Salute
Sabato 23 Aprile 2011
Le molecole freccia
contro la leucemia
Per combattere la malattia che colpisce ogni anno 500 bambini in Italia, oggi ci sono le “molecole freccia”. La nuova terapia è stata messa a punto in uno studio clinico internazionale checoinvolge il Centro Tettamanti del San Gerardo di Monza.
«Il nostro obiettivo - spiega Ettore Biagi, ricercatore alla Fondazione Tettamanti - è quello di aiutare le cellule del sistema immunitario del bambino a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali grazie a delle molecole artificiali, i “ricettori chimerici”, create in laboratorio che vengono “caricate” sui linfociti». «I nostri risultati pre-clinici - spiega Andrea Biondi, direttore del laboratorio Tettamanti e della Clinica pediatrica di Monza - hanno dimostrato come sia possibile manipolare i linfociti rendendoli delle vere e proprie frecce in grado di uccidere con grande efficacia le cellule tumorali e di stimolare la risposta immunitaria contro di esse. Ora si tratta di passare dalla fase di studio al letto dei pazienti». Il primo paziente è pronto per essere trattato in Inghilterra, mentre a Monza si conta di iniziare la somministrazione cellulare entro la fine dell'anno. In particolare saranno trattati dieci bambini a sessanta giorni dal trapianto di midollo osseo a scopo preventivo e altri dieci bambini nei quali le cui cure tradizionali non hanno debellato la malattia e l'analisi del loro dna mostra una malattia residua. La ricerca cellulare e genica è la nuova strada per la cura della leucemia che oggi in Italia ha una percentuale di guarigione dell'80%.
A tracciare la strada in questa direzione sono stati per primi gli americani: «Ho avuto la fortuna - spiega Ettore Biagi - grazie al Comitato Maria Letizia Verga e alla Fondazione Tettamanti- di fare un'importante esperienza nel 2000 a Houston dove era nata la prima “cell factory”. Ho condiviso quell'esperienza con altri ricercatori europei e nel 2005 abbiamo proposto all'Unione Europea di creare anche in Europa delle strutture simili. Da qui è nato “Childhope”, un progetto finanziato dall'Unione Europea per lo sviluppo di terapie innovative».
La fase clinica del progetto è invece interamente finanziata con 200mila euro dalla Fondazione Just Italia. «Abbiamo creato un kit di creme cosmetiche che abbiamo chiamato “Libera le ali” come le iniziali di Leucemia linfoblastica acuta - spiega Marco Salvator, presidente della fondazione- daremo un euro e mezzo per ogni kit venduto e ci impegniamo a coprire interamente la fase clinica dello studio». Se i risultati ottenuti saranno quelli attesi - ha concluso Biondi- «possiamo dire di aver compiuto un nuovo passo per guarire quel 20% di bambini che attualmente non riescono a vincere la loro battaglia contro la malattia».
Rosella Redaelli
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