Quante idee, quanti progetti inediti e coraggiosi sono usciti da Como. Dalla Como che produce - a partire dall’intuizione - e che spesso è stata definita laboratorio.
Un esempio è anche la Camera di commercio, che in questi anni drammatici ha saputo imprimere una direzione diversa da quella che poteva temere l’economia, sulla scia del terremoto internazionale e soprattutto nazionale. Perché è riuscita a inventare e portarsi avanti, con piani persino arditi: vedi il Parco scientifico tecnologico, formula che altrove si è vista anche naufragare, mentre a Lomazzo sta dando risultati notevoli.
Adesso è tempo di nomine, di sguardo verso il futuro e coloro che porteranno avanti le sfide tracciate con determinazione: il bello o l’ancora più difficile vengono adesso.
Una partita che non si potrà che giocare nella parte finale dell’estate, anche perché sarà definitiva per allora la visione sugli enti camerali nel governo Renzi. Già, Renzi. Che anche gli imprenditori e le forze sociali a Como guardano con speranza, tanto da tifare apertamente, superando pudori che si erano radicati nell’atteggiamento verso la politica.
Le voci di chi guida un’azienda sono per lui, lo spronano a dare la svolta necessaria per riprendere fiato e quota. Gli stessi toni dal mondo sindacale.
L’unica nota stonata è quella ostinazione sulle Camere di commercio, da rivedere e depotenziare. Proprio su questo terreno così delicato - l’unico dichiarato deludente dalle forze produttive e sociali - si può giocare un contrattacco: battere Renzi spingendo sul nuovo.
Nel dibattito sul futuro assetto dell’ente camerale, Graziano Brenna, vicepresidente di Unindustria, ha espresso ieri un sogno: un giovane imprenditore che prenda le redini. Una visione precisa, che si presta però anche a ulteriori letture.
Nel governo la componente giovanile è sostanziale, come non si è temuto ad arruolare donne tra le nuove leve: non per far scena, non per dare un contentino, ma per mettere a frutto competenze ed esperienze di cui non si può fare a meno se si hanno a cuore i problemi dell’Italia e la sua capacità di reazione. E si trova persino in chi sulla carta d’identità è tutto tranne che ragazzino, ma proviene ad esempio da realtà che prima non avevano avuto spazio e ruoli negli esecutivi.
Persone, come forze, associazioni: giovane è chi, è ciò che sa scardinare, non buttando alle spalle ciò che si è costruito, bensì portandolo avanti con sapienza tramandata e idee innovative.
Giovane è chi sa sognare. E la Camera di commercio in questi anni ha dimostrato a Como di volerlo fare e sostenere. Le stesse associazioni hanno puntato spesso sui giovani, sui loro progetti. Anche ComoNext è uno specchio di ciò che il Lario sa essere: chi sta producendo il futuro - pensiamo alle supertecnologiche Directa Plus o alla D-Orbit - ricrea un mix perfetto di manager esperti e ragazzi preparati e appassionati.
La Como che ammira Matteo Renzi e gli chiede concretezza, può cominciare a batterlo su questo fronte. Può affrontare l’avvenire camerale non replicando schemi o copiando vecchi stili dei partiti.
Intanto, certo, ricordando al premier che se le Camere di commercio verranno impoverite, per le imprese risalire la china sarà ancora più arduo. Comunque vada, sarà vittoriosa però se dimostrerà a quelle stesse imprese, e quindi a se stessa, di voler restare un laboratorio.
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