Le parole di Matteo
e le mani del futuro

C’è stato uno scambio di battute tra Renzi e il regista Garrone a proposito della validità delle parole. Un confronto scherzoso che ha tirato in ballo la figura di Pinocchio al Salone del Mobile.

Renzi è abile con le parole: secondo i suoi detrattori anche troppo. Quelle che ha pronunciato ieri però sono state importanti per gli imprenditori e per la Brianza. E per più di una ragione. Certo, è piaciuto moltissimo quel riferimento al modello brianzolo per quanto riguarda la scuola: un’avventura partita pochi anni fa, con già 90 ragazzi, destinati a diventare 300 in futuro.

Ancora di più quel riconoscere come cruciale un settore che ha tanto sofferto ma senza il quale il made in Italy perderebbe significato, si svuoterebbe. Un riconoscimento, va precisato, che in questo caso non è solo nelle parole o nella pur importante visita del premier a ridosso del viaggio in Iran: un gesto concreto c’è stato, vale a dire il bonus mobili non solo confermato, ma anche ampliato.

Quando questa detrazione vacillava o comunque non era ancora sicura se non negli annunci, il mondo dell’arredo ha tremato. Ha svolto una campagna intensa e costante, che passò anche dal Salone del Mobile. Non si può vivere di solo export, anche se gli ordini dei sempre più vasti mercati stranieri rappresentano una benzina insostituibile per andare avanti e crescere. La globalizzazione ha portato il nemico in casa, di primo acchito, ovvero concorrenti che hanno giocato molto, se non tutto, sul prezzo al ribasso. Distretti come quello della Brianza hanno reagito lavorando su ciò che li aveva sempre contraddistinti: la qualità, che si mantiene con la ricerca e l’innovazione. In questo modo, ha trasformato un problema in occasione.

I consumi interni, tuttavia avevano bisogno di ossigeno e il bonus l’ha senz’altro fornito: lo rivelano i numeri, non le parole.

Non basta, ma è qualcosa. Certo, troppi sono caduti, anche tra le botteghe che costituivano la base irrinunciabile di questo saper fare. Ma mentre la bufera infuriava, va ricordato che la Brianza ha avuto un altro merito: quello di pensare al futuro anche salvando competenze che rischiavano di scomparire proprio come le realtà più piccole. In teoria, c’era altro da fare: pensare alla propria azienda e stringere i denti.

Così non è stato, perché la concretezza non può stare senza la lungimiranza. Dobbiamo preservare le mani sapienti, quelle che realizzeranno i mobili di domani, ha sempre ripetuto Nino Anzani, vicepresidente vicario di FederlegnoArredo. Dobbiamo puntare sulla formazione, far capire ai ragazzi (e alle famiglie) che se tutti si portano a casa la laurea generica di turno, i posti di lavoro svaniscono e così le imprese: frasi condivise dagli imprenditori del distretto brianzolo e trasformate in un gesto concreto.

Così è nato il Polo formativo di Lentate. Così funziona la mentalità di queste parti. E se ieri le imprese hanno accolto il premier con il sorriso, se sono soddisfatte che la visita al Salone del Mobile sia ritenuta un must da quest’ultimo, non è che con questo si accontentino e via. Il pressing perché l’economia possa marciare con un altro ritmo, insomma, continua.

Prova del nove il bigliettino da visita più prezioso che Nino Anzani ieri conservava nel taschino. Non era quello di qualche superacquirente dall’Asia o dal Medio Oriente. Era del ministro Stefania Giannini: adesso – ha ribadito l’imprenditore che la chiamerà presto – ci deve aiutare con il Polo formativo. Anche questo è lo stile della Brianza.

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@MarilenaLualdi

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