Bossi: «Pisapia un matto». Con questa espressione il capo della Lega definisce l'avversario che sta mettendo in difficoltà l'egemonia del centrodestra a Milano. Queste parole fanno concorrenza a quelle pronunciate dalla Moratti, dalla Santanché, da Berlusconi e altri ancora, compreso Lassini. La Lega e il Pdl sono preoccupati della piega che stanno prendendo i loro insulti e allora giocano il tutto per tutto cercando di creare una cortina di delegittimazione attorno a Pisapia. Insultando Pisapia insultano i milanesi che hanno votato per lui. Una parodia già vista. Questi signori hanno paura di perdere il potere e gli affari che l'Expo porta con sé. Non si preoccupano dei problemi di Milano. Non si preoccupano della mafia che sta comandando gli appalti e occupando gli assessorati e gli uffici tecnici dei comuni dell'hinterland. Per fortuna ad essa cercano di porre contrasto la magistratura e alle forze dell'ordine, poi i meriti se li prende Maroni, che lascia le procure sempre più sguarnite. Ma gli italiani cominciano a distinguere tra chi vive di promesse roboanti e chi si preoccupa dei problemi dei cittadini.
Andrea Bagaglio
Cominciamo dalla fine: se il ministro degl'Interni demerita quando si catturano meno delinquenti di quanto ci aspetteremmo, avrà pure dei meriti allorché succede il contrario. E non è Maroni a lasciare (eventualmente) le procure sguarnite. Il governo che nel suo insieme affronta i problemi della giustizia è una cosa, un dicastero singolo che cerca di fare al meglio il suo mestiere, un'altra. A dirla chiara: se c'è un ministro che vorremmo riavere, indipendentemente dalla sua appartenenza partitica, questi è Maroni. Quanto al radicalismo verbale di Bossi, non c'era da aspettarsi qualcosa di diverso dopo il flop del centrodestra nel primo turno elettorale di Milano. Pdl e Lega devono recuperare i voti della loro area finiti in una serie di formazioni minori, e devono convincere ad andare alle urne chi la volta scorsa non c'è andato. Allo scopo, usano un'arma facile: spaventare i moderati. Ma sottovalutano il fatto che a Milano Pisapia è ben conosciuto proprio per essere un moderato di sinistra. Quand'era deputato del Prc, per affermare il garantismo sulla giustizia gli capitò di smarcarsi dai suoi alleati e di votare con gli alleati di Berlusconi. Forse per questo potrebbe in effetti essere considerato un matto: per aver sempre saputo valutare e decidere in base ad alcuni valori, e non a seconda di chi li rappresenta. Un'etica della responsabilità inconcepibile in questo Paese d'irresponsabili.
Max Lodi
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