Lecco, mille in basilica
per l’addio a Franco e Adele

San Nicolò gremita per i funerali dei coniugi Gianola morti nel disastro aereo in Valvarrone. Messa concelebrata dal vescovo Lafranconi e 22 sacerdoti. In prima fila i tre figli con le mogli e i 14 nipoti. Grande commozione anche ad Abbadia, alla cerimonia per la sepoltura erano presenti quattrocento persone

Non c’era più una panca, una sedia libera in San Nicolò, ieri pomeriggio, già mezz’ora prima delle esequie. Francesco “Franco” Gianola e la moglie Adele Croci sono stati salutati ieri pomeriggio da un fiume in piena di persone commosse. Quasi un migliaio di amici, conoscenti, gente comune, ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla coppia, perita lunedì 9 giugno nell’incidente aereo avvenuto in Valvarrone.

Le due bare sono state accolte in chiesa da ben ventidue sacerdoti. In prima fila i figli Sergio, Giovanni e Sandro con i nipoti, poi i famigliari e gli amici. Un bus è arrivato da Premana, paese d’origine di Francesco Gianola. A presiedere l’orazione funebre il vescovo di Cremona monsignor Dante Lafranconi, originario di Mandello città dove aveva conosciuto i Gianola per il loro attivismo anche nel volontariato di ispirazione cattolica e nei gruppi famigliari. Insieme al vescovo di Cremona anche il parroco di San Lorenzo di Abbadia don Vittorio Bianchi, il parroco di Monte Olimpino don Tullio Salvetti (dove abita il figlio Giovanni), per anni parroco ad Abbadia, e il prevosto monsignor Franco Cecchin oltre a tantissimi altri sacerdoti della città e del lago.

Il vangelo secondo Luca: “Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese...”, è stato quanto mai azzeccato se riferito a un evento così tragico e improvviso. Un passo che ha dato modo a monsignor Lafranconi di interrogarsi sul significato della morte in generale e di questa in particolare: «La morte soprattutto quando cosi repentina e inattesa ci rimanda sempre al senso della vita... Che senso ha la nostra vita? La vita di chi ci ha preceduto é l’occasione di scoprire il nostro senso della vita. E quale senso rimbalza a noi dalla morte di Franco e Adele? Che la vita terrena ha un termine e che, forse, scopo della vita non è vivere ma dare in letizia ciò che abbiamo. Qui sta la grazia la gioia la giovinezza eterna».

Al cimitero di Abbadia, alla cerimonia di sepoltura, c’erano quattrocento persone. Grande la commozione

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