Il successo delle manifestazioni svoltesi in occasione del 150° anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia ha evidenziato una passione civica che ha pochi eguali nella recente storia della Nazione. Per la prima volta si sono trovate idealmente e fisicamente vicine persone distanti tra di loro, ma che si riconoscono nella unità nazionale, nella bandiera, nei simboli di questa unità. Questo evento straordinario è anche il frutto del risveglio delle coscienze di milioni di persone che si è concretizzato nelle grandi manifestazioni del 13 febbraio e del 12 marzo. Un tutt'uno con la difesa dell'Unità d'Italia è la difesa della Costituzione italiana nata dalla Resistenza. Purtroppo nelle ultime settimane il presidente del Consiglio ha imboccato una ripida discesa morale, aggredendo il Quirinale, la Corte Costituzionale, la Corte dei Conti e la scuola pubblica; sta portando in parlamento leggi bavaglio per impedire ai giudici di contrastare la criminalità e ai giornalisti di raccontare e descrivere i fiumi di fango, in senso reale e simbolico, che fanno vacillare le fondamenta del nostro consesso civico. La maggioranza Lega -Pdl ha deciso di impedire, con l'aiuto del radicale - Pd di turno, "la giornata delle elezioni" che avrebbe accorpato le elezioni amministrative con i referendum sul nucleare, sull'acqua, sul legittimo impedimento. Tale accorpamento avrebbe fatto risparmiare 350 milioni di euro alle casse statali. Bossi e Berlusconi sentono vicina la possibile sconfitta.
Andrea Bagaglio
La Lega ha sottovalutato l'impatto che il suo ripetuto osteggiamento delle celebrazioni dell'Unità d'Italia avrebbe avuto sugl'italiani. Gl'italiani non sono provvisti d'una gran passione nazionale, si ricordano raramente dello spirito identitario del Paese, fanno prevalere l'individualismo sulle ragioni comunitarie. Però quell'insistere a dar contro all'italianità ha risvegliato un sentimento che, sia pure sedimentato in fondo all'anima civile di ciascuno, era presente. È presente. E questo sentimento è stato tirato fuori anche di chi è solito tenerlo ben riposto dentro se stesso. Un errore di valutazione singolare da parte del partito di Bossi, solitamente più intuitivo degli altri nel cogliere gli umori circolanti, facendosene corifeo se non addirittura anticipatore. La Lega avrebbe dovuto capovolgere le previsioni, intestarsi a modo suo le feste per il centocinquantenario, federalizzare (se così si può dire) l'evento. Avrebbe ulteriormente guadagnato in consensi, invece di perdere di profilo istituzionale com'è, con tutta evidenza, accaduto.
Max Lodi
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