Musica
Lunedì 09 Maggio 2011
Leggende: nasceva 100 anni fa
Robert Johnson, il re del Blues
Nato cent'anni fa, l'8 maggio 1911, illegittimo, un'infanzia segnata dagli abbandoni. Fino a qualche anno fa non se ne conosceva neppure il volto: i dischi in cui la Columbia racchiuse gran parte delle sue incisioni, realizzate tutte tra il 1936 e il 1937
È quasi sicuro che fosse nato cent'anni fa, l'8 maggio 1911, illegittimo, un'infanzia segnata dagli abbandoni, non tanto diversa, però, da quella dei giovani afroamericani della sua generazione. Fino a qualche anno fa non se ne conosceva neppure il volto: i dischi in cui la Columbia racchiuse gran parte delle sue incisioni, realizzate tutte tra il 1936 e il 1937, significativamente intitolati “King of the Delta blues singers”, riportavano dei disegni e appunti quasi mitologici. Robert, tramandano quelli che l'hanno conosciuto, altri musicisti come Son House, Johnny Shines e Robert Lockwood, non era un bravo chitarrista. Anzi, era veramente poco dotato.
Poi, all'improvviso, ecco che si trasforma in un maestro, anzi, in un innovatore dallo stile complesso. “Sembrava che ci fossero tre persone a suonare”, esclama Keith Richards mentre la sigaretta perennemente pendula gli casca dalle labbra (senza Robert Johnson oggi lui sarebbe uno spazzino, Clapton un portalettere e questa pagina parlerebbe solo di emuli di Bing Crosby). Invece era lui, da solo, in una camera d'albergo - i dischi si registravano anche così - con la faccia rivolta verso un angolo del muro per vincere la timidezza, intento a snocciolare quelli che sono i capisaldi del blues: “Kind hearted woman”, “Sweet home Chicago”, “Love in vain”, “Cross road blues”, “I believe I'll dust my broom”, “Come on in my kitchen” e ancora “Traveling riverside blues”, “Terraplane blues” e soprattutto “Hellhound on my trail”, “Me and the devil”, “Up jumped the devil”, tutti resoconti di un rapporto particolare con il signore degli Inferi che avrebbe predestinato il giovane a entrare per primo a far parte del famigerato “club del 27”, morendo il 16 agosto del 1938. Poi arrivano gli storici, quelli che vogliono sapere tutto, quelli che hanno decretato, ad esempio, che le incisioni che ascoltiamo oggi sono troppo veloci, almeno il 20% in più rispetto a come lui suonava e cantava. Altri hanno scoperto che fu Tommy Johnson (nessuna parentela) il primo bluesman a fanfaronare di patti con il demonio e, del resto, quasi tutti i suoi blues, è stato provato, derivano da composizioni precedenti e... Ma tutti preferiamo attenerci all'insegnamento di John Ford ne “L'uomo che uccise Liberty Valance”: “Se la leggenda diventa realtà, stampa la leggenda”.
Alessio Brunialti
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