L'Italia vive una crisi che qualcuno comincia a paragonare a quella greca, ma se si guarda a come la maggioranza di Governo ha affrontato la manovra economica non si capisce se la crisi italiana è una tragedia o una farsa. Il grado d'improvvisazione e pressappochismo ha raggiunto livelli che nemmeno l'Argentina pre-default aveva sfiorato. E ogni gruppo, ogni corrente della maggioranza, protestando di volta in volta contro una misura che non piace, e ha ottenuto la cancellazione.
C'è una sola spiegazione: l'obiettivo con cui i vari pezzi del Governo affrontano la crisi non è quello di risolvere la crisi finanziaria stessa, ma semplicemente varare misure che non provochino perdite elettorali alla maggioranza.
Questo spiega anche l'incomunicabilità tra Europa e Italia, l'Europa che ci chiede misure centrate più sulla riduzione delle spese e meno su aumenti delle entrate (in modo da favorire la crescita economica), l'Italia che risponde con proposte tutte o quasi basate sull'incremento delle entrate. In modo da deprimere la crescita.
Ne esce una manovra affidata soprattutto al recupero di gettito dall'evasione fiscale, incerto, aleatorio e dilatato nel tempo; che forse pagherà chi deve andare in pensione, e affidata nel breve periodo all'aumento dell'IVA, che è una tassa regressiva, inversamente proporzionale alla disponibilità di reddito, ma è soprattutto recessiva, perché se l'aumento dell'1% dell'Iva farà entrare 5 miliardi nelle casse dello Stato, saranno 5 miliardi sottratti ai consumi, alla faccia di chi chiede una manovra che favorisca la crescita.
Roberto Cattaneo
Che questa manovra sia troppo sensibile alle esigenze elettorali della maggioranza ormai l'hanno capito anche i sassi. Ma c'è un altro aspetto miserevole. Con un colpo di mano notturno, la Casta è riuscita a ridursi le trattenute che comparivano nella prima versione, erano state confermate nella seconda, erano sopravvissute alla terza (omnia trina sunt perfecta) ma nella quarta, e speriamo ultima, sono state dimezzate. Un vero raggiro ordito alle spalle dei cittadini.
L'impressione è che l'Europa, Germania in testa, abbia dovuto reagire compostamente, con un sorriso a denti stretti. O questa manovra non l'hanno letta bene, oppure hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco: con i nostri traccheggiamenti, le nostre incertezze, i nostri continui rinvii siamo riusciti a prenderli per fame o per disperazione.
Ma è un gioco pericoloso, che non potrà durare a lungo. Prima o poi l'Europa ci presenterà il conto, con gli interessi.
Pier Angelo Marengo
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