Il problema esiste e non può avere sempre e solo come risposta la proposta utile e concreta di usare i siti di "compravenditalibri", o di organizzare i mercatini dell'usato, nonché di fare ricorso ai libri in comodato d'uso. Ben vengano questi supporti al costo enorme del "corredo librario" degli studenti; ma tamponano la questione, non la risolvono. Una riflessione attenta richiederebbe forse che l'obbligatorietà dell'acquisto del libro cedesse il posto al "consiglio" d'acquisto: il docente, professionista della propria materia, riesce a fare lezione anche senza manuale, facendo ricorso alla propria competenza nonché agli strumenti di condivisione in rete delle fonti. Lo studente ascolterebbe, prenderebbe appunti, solleciterebbe nuove spiegazioni. Il libro lo acquisterebbe come strumento da utilizzare a casa, per un lavoro personale di ampliamento. Uno strumento importante, ma non vincolante. Al massimo ci si potrebbe limitare a richiedere l'acquisto degli eserciziari laddove le discipline lo rendano necessario.
Sarebbe arricchente una scuola vissuta con l'abitudine alla ricerca, al reperimento delle informazioni da fonti diverse e alla pluralità delle stesse. E sarebbe molto proficuo che la libertà dell'insegnante si accompagnasse alla libertà dello studente di informarsi sul testo che preferisce e mettere poi a confronto pensieri, idee, ricerche, dati.
Però il libro è utile, in alcuni casi, per alcuni argomenti, in caso di assenza da scuola è necessario. Perché allora non pensare nelle singole scuole a istituire di norma un servizio a "prestito breve", mettendo a disposizione degli studenti, che abbiano bisogno di una consultazione, tutti i libri che le case editrici lasciano ai singoli insegnati? Se potessero essere questi libri patrimonio della scuola, servirebbero per prestiti mirati agli alunni in caso di necessità. Analogamente potrebbe essere praticabile che anche nei singoli Comuni ci si attrezzi allo stesso modo. Che l'istruzione non debba essere una fatica per chi non ha mezzi è infatti un obiettivo fondamentale di crescita culturale e civile di ogni Paese.
Luisa Oprandi
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