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Lunedì 30 Marzo 2009
Lo Stato non paga i debiti, ma pretende
I consulenti della procura lasciati a secco nel 2008 dovranno pagare le tasse sulle fatture inevase
Lo scorso anno, all’improvviso, il governo ha deciso di sospendere - per mancanza di fondi - la liquidazione delle fatture presentate dai privati per lavori fatti in nome e per conto della giustizia. Per il solo tribunale di Como si parla di cifre che si aggirano attorno al mezzo milione di euro. Dopo sette mesi senza vedere un euro dallo Stato, i consulenti hanno ottenuto il via libera al pagamento delle fatture datate 2009. Ma su quelle precedenti il primo gennaio non vi è alcuna certezza. Vi sono società che, per lavori per conto della procura, vantano crediti ampiamente superiori ai 100mila euro. Le fatture su quei lavori sono già state emesse e anche se l’Iva non è stata pagata (per i lavori per conto dello Stato l’esigibilità di questa imposta è dilazionata all’effettivo ricevimento dei soldi) ora si avvicina il momento di pagare le tasse sui redditi dell’anno precedente. Anche se quei redditi sono solo sulla carta. Lo Stato non concede alcuna deroga, neppure ai suoi creditori: anche loro dovranno pagare quanto dovuto su ciò che non hanno in realtà mai incassato.
Soltanto in intercettazioni telefoniche (e in richiesta di tabulati alle compagnie telefoniche) la procura cittadina spende mediamente ogni anno quasi 600mila euro. Vi sono realtà che prima del via libera al pagamento delle fatture 2009 erano esposte, a causa del mancato pagamento delle fatture da parte dello Stato, per cifre che si aggirano attorno al mezzo milione di euro. Eppure, ora, anche queste società dovranno far buon viso a cattivo gioco di fronte a quel loro cliente che, dopo aver fatto compere, s’è presentato alla cassa senza pagare quanto acquistato e pretendendo pure il resto.
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