Giovedì nella sede di Confindustria di Como ho partecipato ad un interessante convegno su “Responsabilità d'impresa: rischi e strumenti di tutela”, con relatori due nomi illustri dell'antimafia: il dott. Pier LuigiVigna (ex procuratore nazionale antimafia) e il dott. Alberto Cisterna (Procuratore aggiunto Dir. Nazionale Antimafia). Sono rimasto soddisfatto della lucida e dettagliata relazione del dott.Vigna e positivamente colpito dalle sue dichiarazioni ottimistiche sul fatto che la mafia si può e si deve debellare, ma bisogna riscoprire l'etica, i veri valori della vita, che ci permettono di riconoscere ciò che è giusto e ciò che è ingiusto.
Tuttavia è stata una citazione originale e cruda del dott. Cisterna che mi ha particolarmente impressionato: “la cecità colpevole” di chi non vuol vedere... . Nonostante (aggiungo io) le notizie giornalistiche; nonostante l'attività costante di carabinieri, finanzieri, magistrati; nonostante l'attività critica di alcuni amministratori pubblici; nonostante gli esposti di alcuni consiglieri comunali e nonostante i verbali registrati delle sedute consiliari Dunque un convegno che fa onore alla città di Como ed alla Confindustria comasca che l'ha organizzato. Però una nota stonata mi ha disturbato la sera stessa: il tg della Rai dava la notizia che il dott. Cisterna era sospettato di collusione con la mafia (sospettato di aver preso soldi da alcuni mafiosi). Tali notizie giornalistiche (tutte da verificare) non corrono forse il rischio di diventare una sorta di “cecità colpevole”? Le dichiarazioni di qualche mafioso valgono forse più di una vita spesa a combattere l'illegalità? Caro dott. Cisterna, grazie per la sua presenza a Como e per il suo impegno per la legalità.
Dott. Vittorio Frosio
Il procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna, è oggetto di un'inchiesta della Procura di Reggio Calabria che prende le mosse dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice il quale, nel corso di interrogatori con i magistrati di Reggio Calabria, ha parlato della scarcerazione di un suo fratello Maurizio. Il dottor Cisterna è già stato sentito dai magistrati, dietro sua espressa richiesta, e sulla vicenda è intervenuto anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che ha espresso «piena fiducia negli accertamenti dovuti, da parte della Procura di Reggio Calabria, di fronte alle dichiarazioni di un pentito». Questa è, in estrema sintesi la vicenda. Come avrebbero dovuto comportarsi gli operatori dell'informazione? I giornalisti fanno il loro lavoro, che è quello di dare le notizie. La "cecità colpevole" semmai è di chi le tace.
Pier Angelo Marengo
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