Cara provincia
Lunedì 21 Settembre 2009
L’Italia unita da Porta Pia alla Padania
Ma siamo ancora lontani da un’unità definibile, salvo che in rare eccezioni, come nazione
Un manifesto dell’Associazione mazziniana italiana è stato affisso nelle città italiane in occasione dell’anniversario del 20 settembre, liberazione di Roma. Questa data fu festeggiata in tutta Italia per decenni. Il fascismo, sprezzante di tutte le pregiudiziali risorgimentali e indifferente alle radici profonde dello Stato liberale e unitario, cancellò con un tratto di penna il 20 settembre come "giorno festivo per gli effetti civili". Porta Pia fu riassorbita nella Conciliazione: l’11 febbraio diventò la festa nazionale celebrante il trionfo della "ragion di Stato" fascista e vaticana, il suggello dei Patti lateranensi. Il concordato fra il fascismo e lo stato vaticano ha stabilito una serie di reciproci condizionamenti che gravano sulla Chiesa Cattolica e sulla nostra Repubblica. I mazziniani, che si riuniranno a congresso il 9 - 11 ottobre, chiedono che questa data venga riconosciuta solennità civile, poichè da essa la penisola è compiutamente assurta a nazione. Nei 139 anni trascorsi l’Italia ha espresso la propria genuina identità con la Costituzione repubblicana; ora noi dobbiamo tradurne i principi in comportamenti di quotidiana vita associativa.
Angelo Bruno Protasoni
Credo che siamo ancora lontani da un’unità definibile, salvo che in rare eccezioni, come nazione. Il Sud si sente tutt’altro che parte integrante del Nord e il Nord, dopo aver ricevuto dal Sud la manodopera necessaria a svilupparsi economicamente, vorrebbe fare a meno d’un Sud al quale continua a rimproverare d’essere sottosviluppato. Addirittura viene rispolverata l’idea della secessione per le regioni appartenenti a una presunta Padania, è messa sott’accusa l’unificazione avviata dai Savoia e impersonata simbolicamente da Garibaldi, si avverte un fastidioso prurito al pensiero di dover celebrare nel 2011 il centocinquantesimo dell’evento. Il fascismo sacrificò molto della laicità al realismo di Stato, venne a patti con la Chiesa, usò della retorica patriottica quando gli conveniva, la ripudiò quando ne era imbarazzato. Il postfascismo s’è comportato allo stesso modo perché la ragione politica non conosce ragioni che su di essa prevalgano, quando si tratta di fare gl’interessi del momento. Dubito che quelli attuali consentano spazi di successo all’iniziativa mazziniana. Il nostro rimane un Paese ospitato nella periferia del Vaticano, più che un Paese che ospita nel suo centro il Vaticano. Altri Paesi in un’identica situazione geografica e con un analogo passato storico si comporterebbero allo stesso modo? Penso di sì. Lasciamo aperta una breccia, almeno questa, alla consolazione.
Max Lodi
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