Cara provincia
Domenica 13 Settembre 2009
L’uomo comune merita gli onori dello Stato
Mike fu suo tempo bollato d’essere un’esemplare espressione della mediocrità, adesso gli viene riconosciuto d’aver trascorso un’esistenza nel segno della medietà
D’accordo, siamo in regime di videocrazia. D’accordo, oggi una velina vale cento volte di più di un’insegnante. D’accordo, i problemi veri non sono quelli della ricerca, dell’economia, della cultura. Ma i funerali di Stato per un presentatore televisivo, pur bravissimo quanto longevo, mi sembrano un insulto alla Nazione e al buon gusto. Scommetto che vedremo il prima fila anche il capo del governo. O povera Italia. Questo è quello che ci meritiamo.
Roberto Macchi
Mike non c’entra nulla con la deriva della televisione, con la fanghiglia dei reality, con gli spettacoli-spazzatura, con il velinismo mercenario, con l’involgarimento della vita collettiva. La sua carriera professionale dimostra un’ispirazione e una pratica di segno opposto. Ed è una buona notizia sapere che i funerali di Stato vengono concessi a uno di noi, uno come tanti, uno eguale alla gran parte di tutti gli altri. Direi riassuntivamente: uno di famiglia. A suo tempo bollato d’essere un’esemplare espressione della mediocrità, adesso gli viene riconosciuto d’aver trascorso un’esistenza nel segno della medietà. Cioè d’aver compiuto un percorso da uomo comune.
E perché dovremmo indignarci se lo Stato rende gli onori a un uomo comune che per lo Stato ha fatto assai di più d’uomini considerati al di fuori del comune? Il capo del governo ha il dovere di presentarsi alle esequie di Mike, e con lui il presidente della Repubblica: sarà una delle circostanze in cui non li si potrà d’accusare di voler occupare la ribalta mediatica. A Bongiorno, come s’è scritto e riscritto in questi giorni, l’Italia deve gratitudine per il ruolo d’unificazione sociale svolto dalla televisione di cui lui fu popolarissimo esponente; gli deve anche la diffusione d’una immagine di senso della misura, della quale s’è persa la misura se non il senso; gli deve inoltre il lancio della tivù commerciale, che ha portato i conosciuti eccessi e che tuttavia ha promosso la libertà d’antenna. Senza di essa forse non assisteremmo a trasmissioni di penoso squallore, ma non godremmo neppure dell’informazione pluralistica che aiuta a farsi un’idea delle notizie manipolate o nascoste da quella monocratica. Mike, per i suoi meriti, sarebbe stato degno di sedersi nel Senato della Repubblica. Ma un bravo presentatore, capace di fare con umiltà da brava persona il suo mestiere, venne giudicato impresentabile in quel consesso. E allora il funerale di Stato è il minimo che si possa concedere dopo la morte a un personaggio che in vita ha concesso il massimo al Paese.
Max Lodi
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