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Domenica 26 Marzo 2023
Ludi: «Usciti dal tunnel? Ora siamo squadra. Longo, bel lavoro»
Il direttore generale: «Non facile rimettere a posto le cose. Sentiamo la gente al nostro fianco»
In formula 1, questo sarebbe l’ultimo pit stop prima dell’ultima parte di gara. Ultima sosta che precede la volata finale del campionato. Una volata che ancora molti non hanno capito (o non osano voler capire) se per il Como sarà per fuggire dalla zona calda o avvicinarsi ai playoff. A Mozzate c’è aria estiva, fa un caldo vero, e la squadra si allena con la solita foga. A bordo campo di un centro sportivo che è sempre più pronto (scritte biancoblù, tribuna e palazzina uno sono finite: mancano foresteria e spogliatoi per le giovanili), c’è Carlalberto Ludi detto Charlie, che ha la solita espressione da “basso profilo” che riesce a indossare, sia quando la squadra va maluccio che quando (come adesso) va benino. Le ondate, i flutti e la schiuma delle mareggiate sembrano sempre schivarlo emotivamente. Sguardo lontano, come una sfinge. Ha accettato di fare il punto, prima degli ultimi giri di pista.
Buongiorno Ludi. Possiamo dire di essere fuori dal tunnel?
Mmmmmm (la pausa è lunga, ndr)... Preferisco parlare di obiettivi. L’obiettivo è la salvezza e dunque saremo fuori a traguardo centrato. È una buona precauzione, per una B mai così equilibrata, dove anche sul fondo ci sono sorprese e dove una squadra come il Brescia inanella sconfitte a ripetizione. Chi se lo aspettava?
Ok: però possiamo dire che tira un’altra aria, questo sì.
Possiamo dire che adesso siamo indubbiamente più squadra, che c’è una consapevolezza diversa, una sicurezza maggiore nelle nostre possibilità. Questo è indubbio.
Se la sente di segnare qualche punto di svolta?
E’ stata una crescita costante, passo dopo passo. Direi che la vittoria di Terni e quella in casa contro i l Modena ci hanno dato una spinta speciale, sono stati due passi significativi. La vittoria con il Modena ha permesso all’ambiente di vivere Como-Parma con un atteggiamento diverso rispetto a prima. Una bella festa.
Si diceva anche della sconfitta di Modena, come svolta.
Quella non fu una svolta, ma un segnale fondamentale. Capita nel mondo del calcio, è normale, che al primo allenamento dopo una partita, magari ci siano giocatori con dolorini, che passano il giorno ai massaggi. Magari dopo una sconfitta è ancora più facile. Quel giorno erano tutti in campo. Questo ci disse quanto questo gruppo aveva voglia di reagire.
Spesso si è detto che le cinque partite senza Gattuso siano state un danno grave. Eppure da un gruppo di giocatori maturi come questo, non è una cosa sorprendente?
Questa estate si dovevano assemblare tre anime: i vecchi della C, quelli che avevano fatto un anno solo a Como e i nuovi, tra cui tre giocatori che hanno alzato l’asticella: Fabregas, Baselli e Cutrone. Questo lavoro, fatto di sfumature e di lavoro, si è interrotto. E siamo ripartiti da capo. Solo che non c’era un ritiro a disposizione. La gente non ha capito quanto sia stato delicato quel momento e quanto tempo ci sia voluto.
In cosa è migliorata la squadra? Perché adesso si muove con una sicurezza maggiore?
Perché ha preso consapevolezza di se stessa. I giudizi sono sempre parziali. Tutto dipende da sfumature.
La scelta di Fabregas e Baselli è stata sbagliata?
No. Intanto abbiamo una rosa costruita per sopperire alle assenze, con giocatori di caratteristiche diverse. E poi si tratta di un “valore”. Fabregas lo è comunque, anche se non gioca. Baselli continuiamo a pensare che sia un elemento importante e su di lui punteremo ancora. Ha giocato con infiltrazioni, ha avuto la pubalgia: l’obiettivo è averlo sano e pronto.
Fabregas si ritirerà?
Dovete chiederlo a lui. Mi sembra ancora completamente coinvolto, ha un contratto di due anni.
Cutrone ha fatto pochi gol?
No. Per me no. Per lui, sì. Per me no, perché ha una capacità di sacrificio impressionante. Aiuta la squadra in modo incredibile. Siamo contenti. Poi, certo, per un attaccante i gol sono importanti. Ma lui è ok. Che dedizione.
Gabrielloni è riuscito ad essere importante anche in B.
Sono un suo tifoso, ho la sua maglia a casa (ride, ndr). Vi racconto un aneddoto: l’estate 2021, quello dell’esordio in B, qualcuno aveva dei dubbi, e lui non aveva approcciato bene. Le prime partite era andato male. Ma io invitavo alla calma: “Diamogli il tempo di digerire la categoria”. Questo è il risultato. Poi è intelligente. Lavoriamo per il rinnovo.
Chajia?
Io al ragazzo lo avevo detto: ci vorrà più di un anno. Poi possiamo raccontarci quello che vogliamo e aspettare Babbo Natale, ma per quell’infortunio si deve avere pazienza. Piano piano sta tornando. Non deve avere fretta perché noi lo aspettiamo.
Gomis un grande acquisto.
Forse non sapete che lo avevamo cercato questa estate. Non se ne era fatto nulla. Eravamo distanti. Poi le cose hanno preso una certa piega, e ci siamo re-incontrati. Solo: piantatela di dire che non prendiamo più gol. Da difensore, lo dico eh... Porta sfiga.
Parliamo un po’ di Longo. Lo ha voluto lei?
Io e Wise.
Ok, però lei lo conosceva meglio.
Di Longo io apprezzavo una cosa da avversario: giocare contro le sue squadre è sempre difficile. Dura fargli gol. Credo che stia facendo un ottimo lavoro. Ha risollevato la squadra con equilibrio, intelligenza e lavoro. Guardate che non era facile. Poi è uno trasparente che dice quello che pensa, onesto.
La società va avanti con il suo progetto. Come va?
Così come all’inizio era stato difficile farci accettare, dopo il caso Essien, adesso il piano inclinato ha modificato l’assetto. Vediamo che la gente è con noi, ci spalleggia. Non ci ha mai abbandonato. Vuol sapere una cosa?
Prego.
Dopo Como-Parma, a centrocampo, guardavo la squadra che andava sotto la curva a ricevere gli applausi, e ho fatto un parallelo fantasioso con lo stadio e l’ambiente di quando arrivammo qui. Beh, scusate, ma mi ha riempito di felicità e soddisfazione. Non io, ma questa società ha fatto tante cose, e con il Parma si è visto uno stadio pieno che ha riempito di gioia i proprietari in Indonesia.
Lo stadio nuovo?
Confermiamo la volontà della società di portare a termine il progetto di ristrutturazione.
Un pensierino ai playoff?
Chi vuole, lo faccia pure, ma ricordiamoci sempre dove eravamo poche settimane fa. Ci vuole consapevolezza, sempre.
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