Ma che bello il lago in scena
Piace lo show di Van De Sfroos

Applausi ieri sera al Sociale per il recital che racconta il Lario

Musica, immagini e filmati: un regalo della Città dei Balocchi

Il ritorno di Davide Van De Sfroos al Teatro Sociale di Como è sempre un’occasione particolare anche se, ormai, il cantautore laghée si può definire “di casa” su questo palcoscenico. Quando ci si è avvicinato per la prima volta, quasi tre lustri fa, era già celebre a livello locale, ma non sembrava possibile che il suo pubblico lo seguisse nella casa dell’opera lirica, e invece fu un successo incredibile. Tanta acqua (“duulza”, naturalmente) è passata tra le due sponde da allora e in questi anni è cambiato il teatro – anche grazie a occasioni come quella – ed è cambiato Bernasconi.

Oggi è un’istituzione, senza essere definitivamente istituzionalizzato così come “Terra&acqua”, lo spettacolo proposto ieri sera nell’ambito della ventesima edizione di Como città dei Balocchi e promosso dal Consorzio Como turistica e Amici di Como, non è un’arida lezioncina sul nostro territorio. Ieri la serata è stata introdotta da Daniele Brunati del Consorzio Como turistica, Alberto Frigerio di Amici di Como e Mario Botta della Croce azzurra a cui verrà devoluto il ricavato dell’evento, per l’acquisto di una nuova autoambulanza. Con loro Angapiemage Galliano Persico che, per qualche minuto, ha abbandonato il violino per suonare la chitarra e cantare “Je so’ pazzo” di Pino Daniele. Nello spettacolo, da una parte c’è la tecnologia, i filmati realizzati nei mesi passati con a Dario Tognocchi, immagini che scorrono alle spalle dell’artista che talvolta si limita a osservarle con il pubblico, altre le commenta interagendo con il “Sé” virtuale, ci sono le canzoni dentro e fuori dallo schermo, a cominciare dalla stessa “Terra&acqua”, sigla che, a quanto pare, non entrerà nel nuovo album di cui farà invece parte “Ki”. Soprattutto c’è, alle spalle di tutto quello che si vede in scena, un lavoro a tutto campo, contatti con le istituzioni, quelle vere, per trasformare il progetto in una credibile guida del territorio, cartacea e on line, con un capillare discorso di marketing, tutto molto Terzo Millennio. Ma se sfrondiamo gli orpelli e badiamo alla sostanza, Van De Sfroos andando così avanti è tornato alle origini del suo mestiere.

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