Cultura e Spettacoli / Como città
Sabato 14 Dicembre 2013
Ma che bello il lago in scena
Piace lo show di Van De Sfroos
Applausi ieri sera al Sociale per il recital che racconta il Lario
Musica, immagini e filmati: un regalo della Città dei Balocchi
Il ritorno di Davide Van De Sfroos al Teatro Sociale di Como è sempre un’occasione particolare anche se, ormai, il cantautore laghée si può definire “di casa” su questo palcoscenico. Quando ci si è avvicinato per la prima volta, quasi tre lustri fa, era già celebre a livello locale, ma non sembrava possibile che il suo pubblico lo seguisse nella casa dell’opera lirica, e invece fu un successo incredibile. Tanta acqua (“duulza”, naturalmente) è passata tra le due sponde da allora e in questi anni è cambiato il teatro – anche grazie a occasioni come quella – ed è cambiato Bernasconi.
Oggi è un’istituzione, senza essere definitivamente istituzionalizzato così come “Terra&acqua”, lo spettacolo proposto ieri sera nell’ambito della ventesima edizione di Como città dei Balocchi e promosso dal Consorzio Como turistica e Amici di Como, non è un’arida lezioncina sul nostro territorio. Ieri la serata è stata introdotta da Daniele Brunati del Consorzio Como turistica, Alberto Frigerio di Amici di Como e Mario Botta della Croce azzurra a cui verrà devoluto il ricavato dell’evento, per l’acquisto di una nuova autoambulanza. Con loro Angapiemage Galliano Persico che, per qualche minuto, ha abbandonato il violino per suonare la chitarra e cantare “Je so’ pazzo” di Pino Daniele. Nello spettacolo, da una parte c’è la tecnologia, i filmati realizzati nei mesi passati con a Dario Tognocchi, immagini che scorrono alle spalle dell’artista che talvolta si limita a osservarle con il pubblico, altre le commenta interagendo con il “Sé” virtuale, ci sono le canzoni dentro e fuori dallo schermo, a cominciare dalla stessa “Terra&acqua”, sigla che, a quanto pare, non entrerà nel nuovo album di cui farà invece parte “Ki”. Soprattutto c’è, alle spalle di tutto quello che si vede in scena, un lavoro a tutto campo, contatti con le istituzioni, quelle vere, per trasformare il progetto in una credibile guida del territorio, cartacea e on line, con un capillare discorso di marketing, tutto molto Terzo Millennio. Ma se sfrondiamo gli orpelli e badiamo alla sostanza, Van De Sfroos andando così avanti è tornato alle origini del suo mestiere.
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