«Ma quale strada per il podestà
Intitoliamola a padre Aristide»
Amministratori divisi sulla proposta di dedicare una via ad Alberto Airoldi. Ghioni: «Meglio il vescovo missionario». Marelli: «Qui è sepolto Lazzati»
«Non c’è solo Alberto Airoldi». Passata la bufera alimentata dalla proposta del consigliere del Pdl Paolo Farano, il quale vorrebbe dedicare la strada che sorgerà nel nuovo centro di Erba all’ex-podestà fascista, le proposte alternative si sprecano. Dal Pd alla Lega, passando per esponenti della stessa maggioranza, ognuno sembra avere la propria personalità a cui intitolare una via.
L’ex-sindaco Enrico Ghioni, consigliere del Pd, definisce “balneare” la proposta di Farano. «L’intitolazione di una via - dice - non deve dividere ma unire la città. Ci ho pensato e non ho il minimo dubbio: quella strada andrebbe dedicata a un grandissimo erbese, monsignor Aristide Pirovano. E si potrebbe anche pensare a una bella statua per ricordarlo».
Nato nel 1915, ordinato sacerdote nel 1941, due anni più tardi venne incarcerato a San Vittore dai tedeschi per aver collaborato attivamente all’espatrio di antifascisti ed ebrei. Celebre per il suo impegno missionario a Marituba, Pirovano è morto nel 1997.
Dalle fila della minoranza interviene anche Giovanna Marelli di Erba Civica. «All’eremo di San Salvatore riposa il milanese Giuseppe Lazzati, morto nel 1986. È stato rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed è caro a molti erbesi di una certa età».
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