Ma se ce l’hanno
fatta a Berlino...
Possibile che noi no?

La prima è assai antica. Scendo dalla funicolare, la maestra urla “in fila per due, maledetti”, poi ci guida fino al Tempio Voltiano. Volto lo sguardo a destra e vedo lago. Solo lago. Sono ipnotizzato. Una specie di sindrome di Stendhal. E la maestra: “Guarda davanti che vai a sbattere, scimunito”.

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2) La seconda è spaventosa. Osservo dall’altissima Brunate e vedo il Lario incazzato nero. Si è preso la città. Esondato, uscito “di casa” senza permesso come solo certi fetentissimi adolescenti. Da quando gli hanno messo “le barriere” non ci ha più provato. Un caso? Io non credo.

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3) La terza fa male al cuore. Piazza Matteotti. Lei bellissima e sfacciata, io 18enne fesso e brufoloso. “Saliamo sul battello”. “Ma sono le tre del mattino”. “Appunto. Su, dai”. “Ma…”. “Questa cosa ci unirà per sempre, dai…”. Saliamo. Mi bacia. Suona una specie d’allarme. Ci beccano. Mi indica: “È stata una sua idea”. Ora è sposata con tre figli. Certamente infelice. Stronza.

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4) La quarta è da cretini. “Se ti butti dallo scivolo di fronte alla fermata del C50 Cantù ti do cinquemila lire”. “Mi hai preso per un pirla?”. “Uh, che senza palle”. “Ok, mi butto”. Alghe, acqua limacciosa, 40 di febbre. “Bravo, le 5000 te le do domani a scuola”. Mai viste.

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5) La quinta è da cretini/2. “Mamma, vado a studiare in biblioteca”. E invece no: sbronza parecchio ignorante al bar “Al Molo”. In tasca dodicimila lire in quattro. “Oh, contiamo fino a tre e scappiamo senza pagare. Mi raccomando, teniamo la riva che tra gli alberi non ci vedono. Pronti? Uno, due…”. “Alt, dove andate infami?”. Il solerte cameriere. Telefonata a casa ad avvisare. Mazzate paterne. Legittime, tra l’altro.

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6) Promozione del Como in serie A. “Buttiamoci dallo scivolo nel lago!”. “Eh, ma ti ricordi quella volta che poi non mi hai dato le cinquemilali…”. Spinta da dietro, acqua limacciosa, alghe, 40 di febbre, Como in serie B neanche un anno dopo. Preziosi, noi non dimentichiamo.

Oggi, tutte queste cose, succedono ancora. A mio nipote, a tuo figlio, a tutti i loro amici. Solo che “loro” sbattono contro un muro, non vedono il lago, soprattutto non salgono su battelli alle tre di notte. Converrete che davvero non è la stessa cosa.

Fabrizio Biasin, comasco costretto dal lavoro alla “milanesità”, comasco offeso dalla burocrazia, comasco con un tarlo in testa: “Ma se ce l’hanno fatta quel giorno a Berlino, possibile che non ce la facciamo noi?”.

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