In realtà si tratta solo di un primo dispositivo che anticipa le future nomine di altri 12 sottosegretari, nomine che dovrebbero completare il quadro di una nuova ristrutturazione degli equilibri interni al governo e che rispecchiano, specularmente, il clima, le dinamiche ed i rapporti politici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di vita parlamentare.
Ciò che però sconcerta di più, in un contesto informativo sempre più carente e di parte, è capire quanto questo discutibile provvedimento inciderà sull'incremento dei costi della politica, un aspetto che nelle dichiarazioni d'intenti di tanti leader politici doveva essere oggetto di una seria attenzione finalizzata all'austerità e ad un risparmio delle risorse non certo di carattere simbolico.
Con un debito pubblico sempre più critico ed allarmante, il buon esempio nella lotta contro gli sprechi, nella gestione oculata delle spese e nella razionalizzazione delle risorse non costituisce evidentemente un obiettivo prioritario per l'attuale compagine governativa. Ancora una volta le logiche di spartizione del potere nonché di acquisizione e controllo del consenso si scaricano, con irritante facilità, sulle spalle dei contribuenti. Credo realisticamente che nell' Italia della disoccupazione giovanile, della cassa integrazione, della mobilità, dei magri bilanci della scuola pubblica e della ricerca scientifica, nell' Italia del welfare e del sostegno pubblico sempre più ridimensionato, non si avverta il bisogno della nomina di un'altra ventina di sottosegretari. Inoltre l'esigenza del premier, ormai sempre più reiterata, di avere più poteri rispetto al Parlamento andrebbe a scardinare il delicato ed importante sistema di pesi e contrappesi, fondamentale per la sopravvivenza di ogni democrazia, ed andrebbe ad incrementare il livello di discrezionalità che già oggi appare assolutamente discutibile.
Credo che nel nostro Paese non vi sia affatto la necessità di un Premier forte che si ponga al di sopra delle parti, la delicata condizione in cui ci troviamo impone la presenza di una nuova classe politica colta, autorevole, carismatica che abbia un' alta concezione dello Stato e delle sue Istituzioni, che persegua con proposte costruttive il bene comune e soprattutto ci fornisca tutt'altro genere di esempi.
Dr. Antonio Foti
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