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(Foto di Cusa)
Odenthal: «Un’emozione talmente forte che sulla seconda rete non ho esultato più»
Improve, migliorare. È la parola che Cas Odenthal pronuncia più spesso parlando di sé, dei due gol di domenica, della sua esperienza italiana. E non c’è dubbio che nei suoi ventidue anni, ventitré la settimana prossima, di miglioramenti se ne siano visti già tanti, anche con la maglia del Como.
È stata un’emozione talmente forte e talmente strana per me che dopo il secondo gol non sapevo nemmeno come esultare, come festeggiare... incredibile. Ma la cosa più bella è stata conquistare i tre punti, ovviamente.
Quando posso ci provo. Un palo e un gol annullato l’anno scorso, che rabbia, sono stato sfortunato...
Ma c’è un perché, io comunque mi alleno anche per segnare. Tra l’altro proprio la settimana scorsa, prima di questa partita, ho lavorato su questo, mi sono esercitato al tiro con Marc Bircham, insieme a Kerrigan e Abildgaard. È stato davvero divertente.
Utili sono state le due vittorie consecutive, di questo bisogna essere contenti, molto contenti.
Certamente sì, io lavoro sempre per migliorare e tutti sappiamo di doverlo fare. Ma è anche normale che possano esserci delle difficoltà iniziali, ci sono tanti giocatori nuovi, non ci si conosce ancora benissimo, ci vuole il tempo giusto. Ma le premesse positive ci sono, credo che... “we can be happy”, possiamo essere contenti per ora.
Sto studiando per arrivare anche a parlare bene, mi interessa riuscire a farlo.
Sono contento di avere questa stima anche da parte della gente, però lo devo anche a tutti i miei compagni, sia vecchi che nuovi, che mi aiutano tanto. Il fatto di essere giovane conta poco, conta quello che si riesce a dare in campo e quanto ci si impegna per migliorare. L’età, certo, conta quando pensi ai possibili margini di crescita che hai ancora davanti
In A con il Como, certamente, quando sarà il momento.
Nel calcio non si può mai dire. Tre anni fa in Olanda con il N.E.C. Njimegen – la squadra in cui Odenthal giocò per tre stagioni prima di venire al Como, ndr – arrivammo ottavi ed entrammo nei playoff, non eravamo favoriti. E a sorpresa conquistammo la promozione nella massima serie, dove la squadra sta giocando tuttora. Dunque non si possono fare previsioni, l’unica cosa da fare è lavorare sempre per arrivare all’obiettivo.
No, non era l’unica richiesta. L’Italia è la patria dei difensori, della tattica, ho pensato che per me potesse essere interessante anche per questo. Il Como mi ha convinto subito per il suo progetto, per le prospettive che offre questa società. E poi mi piaceva l’idea di vivere un’esperienza all’estero, lontano da casa. Adoro l’Italia, la gente, il cibo, il modo di vivere qui.
Si, io sono molto Dutch, olandese. Sono meno emotivo degli italiani, e sono anche lontano dal classico stereotipo del calciatore. Vivo da solo, e mi piace avere momenti per me. Mi piace leggere, mi piacciono i giochi di parole, il sudoku, ma sono anche una persona molto attiva. Amo andare al lago, girare in bici, mi piace la montagna. E quando ho tempo adoro visitare nuove città, e in Italia in questo senso sono capitato benissimo.
Si, erano rimasti pochi numeri e ho scelto questo.
Sarebbe bello, ma preferisco comunque la vittoria.
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