Cronaca / Cantù - Mariano
Sabato 13 Luglio 2013
Mille fan in coda per Max Pezzali
«In Brianza mi sento a casa»
Folla all’Ipercoop per il cantante che ha firmato centinaia di copie dell’album
«Qui venivo da bambino a casa di mia nonna, molto amico di Van de Sfroos»
L’aula bunker dove Max Pezzali, icona di un certo pop italiano, viene tenuto nascosto a circa un migliaio di fan, arrivati anche dalla lontana Valtellina per avere un semplice ma significativo autografo, è una stanza al terzo piano, uffici del Centro Commerciale Mirabello.
Tavola apparecchiata con salatini snack e bibite, attorno al fondatore degli 883 soltanto qualche scagnozzo informale, le guardie della sicurezza e lo staff della Warner, la sua etichetta.
«A Cantù avevamo suonato qualche anno fa, è una zona che conosco - dice sciolto - mi guardo attorno e vedo il volto di Davide Van De Sfroos, che è abbastanza di zona. Una zona che ho sempre amato, perché mia nonna era originaria di Colnago. Ho sempre sentito parlare della Brianza, e ci sono venuto spesso con i parenti. Tra la mia e la vostra zona c’è una specie di idem sentire provinciale. Chi è di qui vede spostarsi verso Milano come un viaggio. C’è un grande senso di inadeguatezza nei confronti della metropoli: una costante delle mie canzoni».
Poco dopo le cinque del pomeriggio Pezzali sale sul palco. Si racconta per qualche minuto per promuovere Max 20, l’album antologia con “L’universo tranne noi”, singolo già di successo.
Ricorda qualcosa dei bei tempi andati, tipo Jovanotti, «con cui ho anche fatto un duetto, è stato emozionante con Lorenzo perché da ragazzo, senza di lui, non avrei nemmeno iniziato a suonare». Niente canzoni con basi ma gomito sul tavolino a bordo pubblico e via con la firma seriale. Per gli autografi e le dediche su dischi e libri con il suo nome, prima che il centro commerciale, aperto fino a mezzanotte, lasciasse spazio alle aspiranti Miss Italia, a Nicolò Noto di Amici e all’ospite d’onore Greta.
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