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Lunedì 22 Marzo 2010
Miti, Edoardo Bennato giura:
«Le vie del rock sono infinite»
“Le vie del rock sono infinite” è pubblicato dalla Mercury (quindi dalla major Universal), il che significa che l'artista ha ritrovato un po' di fiducia da parte dell'agonizzante discografia industriale. La copertina sembra quasi riporlo in un museo di cose passate, assieme al vecchio monoscopio Rai...
Insomma, era dal 2003, da “L'uomo occidentale”, che Edoardo non proponeva un disco tutto nuovo. Un antipasto sarebbe dovuto arrivare al Festival di Sanremo dove è apparso come ospite di lusso, osando proporre la maledetta “Ciao amore, ciao” di Luigi Tenco e una selezione di pezzi celebri ma nessuna canzone nuova: come a dire “Sei un juke-box, devi suonare”. Meglio così, almeno non ci siamo rovinati la sorpresa. Intanto “Le vie del rock sono infinite” è pubblicato dalla Mercury (quindi dalla major Universal), il che significa che l'artista ha ritrovato un po' di fiducia da parte dell'agonizzante discografia industriale. La copertina sembra quasi riporlo in un museo di cose passate, assieme al vecchio monoscopio Rai, ai robottini della nostra gioventù, a miti sorpassati come Garibaldi (naturalmente si tratta di rimandi ai tredici brani). A livello musicale ci sono poche novità: “Mi chiamo Edoardo” è martellante come deve esserlo una dichiarazione d'intenti anche se il ritornello è melodico come “Viva la mamma”, “Io Tarzan e tu Jane” è figlia del caro Bo Diddley quanto “Mangiafuoco”, la stessa “Le vie del rock sono infinite” nomina i Campi Flegrei (una notazione topografica, certo, ma la mente va alla canzone), ballate come “Perfetta per me” o “È lei” rimandano a “La fata” e ad altre perle di un passato ormai lontano. I testi puntano il dito verso questa società, insomma... non c'è nessun motivo per cui non si dovrebbe amare questo lavoro.
Alessio Brunialti
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