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Lunedì 31 Maggio 2010
Miti: stavolta Mina confeziona
una "Caramella" all'italiana
La “Caramella” è un passo avanti e uno indietro contemporaneamente. La prima parte del dischetto è quanto di meglio Mina ha inciso negli ultimi anni per freschezza, inventiva e modernità. Solo nel finale sembra esserci qualche concessione al suo pubblico più “old fashion”, quello che ama la melodia “all'italiana”
Chissà se questi ameranno “You get me”, ballata pianistica in duetto, anzi, in alternanza, con Seal, una bella gara di voci. Sicuramente apprezzeranno le altre due collaborazioni, “Poche parole” e “Amore disperato” entrambe già sentite sulle opere dei rispettivi interpreti, Giorgia e Dalla, azzeccatissime in questo contesto. E che dire di “ Io e te”, che porta la firma di Paolo Benvegnù e sfoggia un arrangiamento siderale, quasi pinkfloydiano, (tra “Echoes” e “Hey you”) liquido, impalpabile con qualche scarica elettronica? Axel Pani, nipote di cotanta nonna e figlio di Paciughino, sta diventando un autore di tutto rispetto: “ Il povero e il re” non sarà un capolavoro ma non sfigura a confronto con la jazzata “Così così” o la lieve “Come se io fossi lì” che è un vero e proprio inno al mito Mina. Il ragazzo funziona anche come “consigliori” e ha presentato a casa i Subsonica: Casacci ha proposto “Solo se sai rispondere”, Davide Dileo (Boosta, per gli amici, che conduce lo show radiofonico “Coppia aperta” su Radio Rai 2 con Benedetta Mazzini) azzecca la perla della “Caramella” con “La clessidra”, un moderno pezzo classico con una bella partitura per archi e la voce che fa (ancora) miracoli e regala (ancora) brividi. Ma forse è troppo e allora ecco l'ultimo mazzo di pezzi, “adatti a un pubblico adulto” e poco avventuroso: “Accendi questa luce” e “Mi piacerebbe andare al mare” dell'inossidabile Mingardi, la bella “Amoreunicoamore”, l'esercizio napoletano “ Ma comme faje” e “ Inutile sperare” dove la parte del leone spetta a un clamoroso assolo del chitarrista Luca Meneghello. La parte della Tigre, invece, rimane a lei: altri settanta di questi dischi, madame.
Alessio Brunialti
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