Società e Costume
Venerdì 08 Ottobre 2010
Mussolini progettava
una fuga in Spagna
Quando venne arrestato dai partigiani a Dongo e poi ucciso stava dirigendosi in Svizzera ma in realtà la meta finale era la Spagna. Durante l'autopsia nella tasca dei suoi pantaloni venne trovata una lettera del consolato spagnolo. I due nomi erano falsi ma dovevano essere sostituiti ccon quelli di Benito Mussolini e Claretta Petacci
ROMA - Quando Benito Mussolini nell'aprile 1945 venne arrestato a Dongo dai partigiani della Brigata Garibaldi, alla testa di una colonna di auto con tutti i membri del governo della repubblichina di Salò, stava dirigendosi verso la Svizzera, ma in realtà, molto probabilmente, la meta finale era la Spagna.
La rivelazione - contenuta tra i documenti sulla autopsia del duce condotta all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano dai professori Caio Mario Cattabeni e Pierluigi Cova il 30 aprile del 1945 - è pubblicata in esclusiva dalla rivista dell'Anpi "Patria indipendente". Era stato proprio il professor Cova che, nella relazione peritale, ai fogli numero X, XI e XII spiegava di aver rinvenuto, nella tasca posteriore dei pantaloni di Mussolini (indossava quelli della Milizia e mutande di lana lunghe) una busta gialla con un foglio in carta intestata del consolato spagnolo di Milano.
La lettera era datata 14 settembre 1944 e scritta a macchina in lingua spagnola. Spiegava che i titolari della missiva erano i coniugi "Isabella y Alonso..." di nazionalità spagnola, profughi della guerra che chiedevano di rientrare in patria. In merito alla lettera, il professor Cova, nella sua relazione, osservava che "è troppo poco sgualcita per essere dello scorso anno e dunque è retrodatata al settembre del 1944, ma è assai recente".
Cova osservava ancora che sotto i falsi nomi spagnoli si celavano quelli di Benito Mussolini e Claretta Petacci, i cui nomi erano indicati scritti a lapis in alto e che avrebbero dovuto essere trascritti, più tardi, in inchiostro rosso al posto giusto. Insomma un trucco da far valere, forse, alla frontiera svizzera e poi a quella spagnola.
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