Cronaca / Como città
Lunedì 10 Febbraio 2014
Negozi, che crisi:
164 quelli chiusi nel 2013
Secondo Infocamere il saldo provinciale tra aperture e chiusure non è mai stato tanto negativo
La conferma degli agenti immobiliari: «Troppe tasse e troppa burocrazia. È fuga dal commercio»
Como
Sette negozi chiusi in via Milano, tre in viale Roosevelt, cinque in via Indipendenza, tre in via Muralto, cinque in via Diaz, due in via Volta, uno in via Rusconi, Lambertenghi e Vittorio Emanuele.
In via Rovelli campeggia da tempo un cartello «Liquidazione totale per chiusura attività», in via Vitani, su di un vecchio stabile, si legge «affittasi spazio commerciale 140 mq».
Da qualche giorno ha chiuso anche la Levi’s di piazza San Fedele, da anni sono, invece, abbassate e arrugginite le serrande di negozi in via Tatti o via Volpi. Sembra un bollettino di guerra, invece, è l’ultimo aggiornamento delle chiusure di negozi in città. E non è finita:. «A breve verrà venduto lo stabile in cui siamo ospitati - ci dicono dal negozio Il Marsupio di via Indipendenza - spostare l’attività? Non ci pensiamo nemmeno. Meglio chiudere».
Secondo Infocamere nel 2013 su 4.552 negozi al dettaglio attivi in provincia di Como, sono stati 243 quelli che hanno aperto i battenti di contro a 407 esercizi che hanno abbassato la serranda (saldo: -164). Una moria di attività che non meraviglia le agenzie immobiliari. «Piazzare negozi e uffici è diventato davvero difficile - osserva Eugenio Bianchi, presidente Fiaip - e ciò che spaventa i clienti non sono tanto i prezzi di vendita o d’affitto, su cui si può pure trovare un accordo».
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