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Venerdì 10 Aprile 2009
Negozi chiusi il 25 aprile:
«La colpa è del Comune»
I sindacati attaccano il sindaco: «Gli uffici hanno fatto un pasticcio»
Cisl e Cgil contestano anche Confcommercio: «Mai chieste deroghe»
Così i sindacati Cisl e Cgil replicano al primo cittadino di Como, Stefano Bruni, che li ha accusati di essersi messi di traverso presentando ricorso al Tar contro l’ordinanza sindacale di due mesi fa. L’ordinanza, in deroga alla legge regionale 30 del 2007, autorizzava cinque aperture domenicali straordinarie (rispetto al calendario fissato) più l’apertura nelle giornate del 25 aprile e del 15 agosto. I sindacati hanno impugnato l’ordinanza davanti al Tar. Tra le varie motivazioni c’è la contestazione che riguarda il 25 aprile, poiché la legge regionale non prevede in quella giornata la possibilità di apertura salvo coincidenza con la festa patronale o particolari manifestazioni. Il sindaco su suggerimento dell’ufficio legale del Comune il 3 aprile ha revocato l’ordinanza. Ora, però, i commercianti del centro sono furiosi. Molti negozianti, infatti, vedono nella possibilità di lavorare sabato 25 aprile una grossa opportunità di guadagno. Confcommercio e assessorato al Turismohanno chiesto al sindaco con due lettere distinte di autorizzare l’apertura del 25 aprile. Aloro si è aggiunta anche Confesercenti.
Bruni, dal canto suo, ha accusato i sindacati di avere fatto una battaglia ideologica. Ieri, però, Cgil e Cisl riunite in conferenza stampa, hanno voluto esprimere ai cittadini e ai commercianti le loro ragioni, e soprattutto i torti del Comune e dell’associazione Confcommercio. Fausto Tagliabue, segretario della Cisl di Como, ha fatto un po’ di cronistoria per spiegare i punti “oscuri” di tutta la vicenda: «A dicembre il Comune ci ha trasmesso il parere della Confcommercio in cui l’associazione chiedeva di aprire in precise giornate festive e domenicali. Tra queste giornate non compariva il 25 aprile. Due mesi dopo è stato comunicato il calendario delle aperture per il 2009 e anche qui non c’era il 25 aprile. Poi il 10 febbraio il sindaco emana l’ordinanza e a sorpresa ci siamo trovati la deroga per sabato 25 aprile. Deroga non richiesta da nessuno e, soprattutto, per quanto ci riguarda stabilita in difformità rispetto alla legge regionale».
Alessandro Tarpini, segretario della Cgil, ha voluto precisare che la contrarietà dei sindacati non era riferita solo alla festa della Liberazione: «Da quasi un anno chiedevamo un incontro con i rappresentanti dei comparti commerciali per raggiungere un accordo sulle giornate lavorative nei festivi, ma nulla da fare, anche se il nostro parere è essenziale ai fini della definizione del calendario. Così abbiamo deciso di fare ricorso al Tar contro l’ordinanza. Il sindaco, poi, ha ritirato il provvedimento e nell’atto di revoca viene ammesso che gli uffici comunali hanno sbagliato». In effetti nell’atto di revoca si legge: «Atteso che il riesame del predetto provvedimento ha evidenziato la sussistenza di alcuni vizi di natura procedimentale parzialmente lesivi delle prerogative di partecipazione al procedimento di legge». «È stato fatto un pasticcio - ha affermato Tagliabue - e la colpa non è certo dei sindacati. Caso mai di Confcommercio che non ha mai chiesto l’apertura del 25 aprile, se non da pochi giorni». Ivan Garganigo, segretario Filcams Cgil, anticipa: «Il sindaco martedì potrà forse annunciare un nuovo provvedimento ad hoc per il 25 aprile, ma noi saremo coerenti».
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