Cara provincia
Lunedì 26 Gennaio 2009
Nel Pd finora non c’è stato il cambiamento
Potrà risalire la china se cesseranno i personalismi
Condivido l’analisi che sulla situazione del Pd ha fatto nei giorni scorsi il consigliere regionale Adamoli. La crisi del partito, il dubbio se il Pd esisterà ancora o si scinderà nelle primitive componenti (o in qualcosa di più deteriore), lo scadimento etico (Parisi – la voce di Prodi – denuncia 60 mila iscritti a Napoli su 380 mila del totale nazionale), l’incapacità programmatica (dalla bioetica alla collocazione europea), l’insipienza strategica (Di Pietro che scava nel corpo Pd), tutto questo è una catastrofe della sinistra italiana, una catastrofe della democrazia italiana. Nessuno a sinistra s’illuda di ricavare vantaggio dal fallimento del progetto Ulivo-Pd. Ma i responsabili del disastro della sinistra, almeno dal 1989 ad oggi (per non risalire a Berlinguer e altri), hanno nome e cognome. Eticamente e politicamente squalificati, sono sempre sulla scena, inamovibili, a recitare il loro trito copione.
Ulderico Monti
Il Pd sconta la sfortuna, non la colpa, d’essere stato costretto – subito dopo la nascita - a ingaggiare una battaglia elettorale il cui esito venne dato per negativo prima ancora che essa s’iniziasse. Veltroni effettuò un’appassionata rimonta che parve garantirgli un traguardo migliore di quello poi raggiunto, ma di sostanziosa rimonta comunque si trattò. E nelle condizioni più difficili, perché il governo Prodi era uscito di scena con il record dell’impopolarità, regalando a Berlusconi un ricchissimo bonus propagandistico. Il Pd, insomma, nella primavera dell’anno scorso fece la sua parte. L’errore fu di non continuare a farla d’allora in poi, scadendo in divisioni correntizie, litigi fra ottimati, trascuratezze nell’ascoltare le voci dal territorio (al Nord ne sappiamo qualcosa); accettando l’autoconservazione dell’alta dirigenza, indulgendo nei ripetuti equivoci sulla linea d’opposizione da tenere e abbondando negli ammiccamenti al radicalismo. Infine è arrivata la questione morale a indebolire ciò che già appariva meno forte di quanto all’origine si era pensato che fosse. Risalirà la china il Pd? Può riuscirvi se vivrà d’una grande strategia invece che di piccole tattiche, se cesseranno i personalismi, se le nuove generazioni avranno ossigeno, se s’imporrà un codice etico-politico al quale non trasgredire. Non è vero che nel Paese manca la sensibilità popolare necessaria all’affermarsi d’un inedito partito di centrosinistra. A mancare, sinora, è stata la novità nella pienezza di tutte le sue componenti e manifestazioni. Buttar via quant’è stato fatto sarebbe un errore così tragico da volgersi in comica.
Max Lodi
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