Cara provincia
Lunedì 22 Giugno 2009
Non basta vietare le sigarette
A Milano si vorrebbe proibire il fumo anche nei parchi pubblici
E ’ di qualche giorno fa la notizia che l’assessore alla Salute di Milano intende parlare con il Sindaco Moratti e portare avanti la sua intenzione di vietare il fumo anche nei parchi pubblici.
Parlo da non fumatrice: quando è passata la legge che vietava di fumare in bar, ristoranti eccetera, se non in sale esclusivamente per fumatori, la cosa mi ha fatto davvero piacere. Mangiare immersi in coltri di fumo, come poteva capitare, se si era sfortunatamente circondati da tavoli di fumatori, non era piacevole. Pensavo prima o poi il passo successivo sarebbe stato questo e devo dire che la trovo una limitazione ingiusta della libertà individuale. Non cambia le cose far notare come il fumatore a volte fosse maleducato. Certo succedeva, la maleducazione dilaga e a tutti i livelli, ma questo sposta semplicemente l’asse del problema su un questione ben più grave e dilagante! Ma proibire che si fumi all’aperto credo sia davvero andare oltre. Capisco ora perché mia mamma, giorni fa, a una festa per bambini nel suo paese, all’aperto, non abbia osato comunque fumare. Perché questa cosa è nell’aria da un po’. In effetti in varie località italiane è una realtà e non da poco tempo: vietato fumare nei parchi giochi, in prossimità delle zone adibite a parco bimbi, nelle feste pubbliche eccetera. Credo verrà applicata rigorosamente, a differenza di tante altre norme che stimolano il desiderio di trasgressione degli italiani.
Ilaria Angela Mascetti
In un paese a tolleranza variabile, non c’è da sorprendersi del giacobinismo ambientale d’un assessore e del tenace reazionarismo d’un altro. Forse bisognerebbe fare un minore uso di divieti specifici e una maggiore opera di persuasione generale. Banalmente: l’inquinamento è un problema di massa, ha fonti diverse, procura danni diffusi. Per risolverlo è necessario un cambio di cultura e mentalità. Meno banalmente: apprendere sin da quando si è bambini, dunque in casa e a scuola, che giova a tutti vivere in un mondo governato da una sensibilità collettiva più intelligente. Non fumare nei parchi e continuare a far fumare i tubi di scappamento delle auto quando si potrebbe andare in bici o a piedi; tenere i termosifoni della Lombardia a temperature più alte di quelli della Norvegia nonostante sia meno freddo qui che là; violare le regole della raccolta differenziata dei rifiuti giudicandola una seccatura da rifiutare; questi, e altri, non sono comportamenti di rara frequenza. E fin che non li si cambia, qualunque cambiamento rischia d’esser fumo più che arrosto.
Max Lodi
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