Non solo musica e prosa
Il Sociale si butta sulla tavola

Il teatro cittadino cerca qualcuno disposto a gestire l’ex ristorante cinese

Un boccone veloce, sì, ma buono prima di sedersi in platea o di raggiungere un palco di favore per l’opera, per il dramma, anche per il musical o il concerto rock in cartellone. Oppure rifocillarsi con calma, a sipario calato, anche a tarda ora non incontrando una cucina chiusa, magari da ore. Sono le principali richieste che la Società dei Palchettisti del Teatro Sociale di Como rivolgono a chi vorrà prendere in gestione il ristorante di piazza Verdi che tornerà, così, a essere connesso alla struttura che si avvia a festeggiare il suo bicentenario: data fatidica il 2013. I lavori di adeguamento e restauro della massima sala cittadina sono iniziati già nel 2004 (i primi studi risalgono, però, all’inizio di questo decennio) e proseguono: «Molto presto presenteremo il velario storico restaurato - anticipa il presidente Francesco Peronese - e, naturalmente, i nostri pensieri sono rivolti all’arena». Ma anche la ristorazione ha un ruolo importante nell’assetto definitivo dello stabile. Fino a pochi giorni fa vi si trovava il “Pechino”, specializzato in cucina orientale, il primo locale etnico aperto in città. «In quegli anni - prosegue Peronese - i ristoranti cinesi erano una novità, erano esotici e andavano molto di moda. Tutto sommato potevano inserirsi nel discorso del teatro e, infatti, all’inizio era un locale molto ricercato e altrettanto frequentato anche dal pubblico del Sociale. Poi la moltiplicazione dell’offerta che ha visto nascere tantissimi esercizi simili, e una conseguente perdita di interesse hanno allontanato il ristorante dai locali del teatro». Da lì la decisione di dare disdetta del contratto e cercare nuovi gestori: «Da oltre un decennio - spiega il presidente motivando la scelta - ci sforziamo di valorizzare l’attività teatrale per renderla consona alle esigenze della cittadinanza andando incontro a legittime aspettative di eccellenza. Una ristorazione ‘etnica’ mal si conciliava con questa volontà. Intanto perché non tutti la amano, e poi perché era totalmente indipendente dalla struttura e dagli spettacoli. Da qui la decisione collegiale di mettere sul mercato il ristorante perché diventi più funzionale rispetto alle esigenze e ai tempi del Sociale».

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Sabato 17 Gennaio 2009

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