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Mercoledì 25 Febbraio 2009
Nucleare, primi no dalle Regioni
Scajola: "Le scorie, una vergogna"
Il governo è ottimista sui tempi di avvio dle programma nucleare con quattro nuovi impianti. Ma da alcune regioni arrivano i primi no. Restano il rebus del costi effettivi e l'incertezza sui tempi di realizzazione. Il governo è sicuro: il via entro la legislatura
Frattanto il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola si è detto ottimista sui tempi di realizzazioni delle quattro centrali da 1600 mw che dovrebbero fornire all'Italia il 13% del suo fabbisogno (anche se l'obbiettiovo di Ronma è arrivare con il nucleare a coprire il 25%): entro la legislatura - ha detto Scajola - la posa dlela prima pietra.
I tempi, anche secondo il giudizio degli esperti, parlando i 4-5 anni per la costruzione a cui bisogna aggiungerne altrettanti fra valutazioni, individuazione dei siti, permessi e relative proteste. Ma le esperienze in corso potrano a far lievitare i tempi anche fino a 13 anni. Roma comunque prevede un avvio della prima centrale nel 2020.
Péer quanto riguarda i siti, non è escluso che si faccia riferimento alle vecchie zone dei siti di Caorso, Trino Vercellese, Montalto di Castro e Latina per costruire le nuove centrali. Altrimenti si fa riferimento a una vecchia mappa Enel che parla di Viadana per la Lombardia, il Delta del Po nel Veneto, ma anche un paio di comuni in Puglia e in Sicilia.
Sul nodo delle scorie, se il ministro parla di vergogna per il fatto che a 22 anni dallo stop del referendum vi siano ancora 235 tonnellate di combustibile nucleare da smaltire per un costo di 250 milioni, dall'altro non è ancora stato individuato un sito di stoccaggio nazionale.
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