Nuovo redditometro
calvario per i frontalieri

Per lo Stato italiano chi lavora in Svizzera non produce reddito benchè consumi in Italia

Gli occupati oltreconfine dovranno giustificare i loro acquisti con le ricevute rilasciate all’estero

Il nuovo redditometro è al lavoro da qualche giorno per scovare i “furbetti delle tasse”, cioè coloro che spendono più di quanto i redditi dichiarati ogni anno potrebbero permettere.

E i frontalieri sono già apparsi nell’elenco delle categorie a rischio d’accertamento, poiché non presentano dichiarazione dei redditi da lavoro svolto in Svizzera. Infatti, l’imposta è alla fonte. Potrebbero dunque passare per evasori fiscali, totali o parziali.

Ma la circolare dell’Agenzia delle Entrate sembra presentare un salvacondotto per i nostri lavoratori di frontiera: «Redditometro: saranno selezionati i contribuenti che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata», premette il documento.

Ma sottolinea: « Il redditometro avrà cura di evitare situazioni di marginalità economica e categorie di contribuenti che, sulla base dei dati conosciuti, legittimamente non dichiarano in tutto o in parte i redditi conseguiti».

Situazione da provare

E se non fosse conosciuto il dato sul reddito da lavoro conseguito in Svizzera dal contribuente italiano? Niente paura: «Il cittadino può provare – precisa la circolare – che le spese sostenute sono state finanziate con redditi esenti o soggetti ad imposta alla fonte, oppure con redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile». Ed è, appunto, il caso dei frontalieri.

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