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Venerdì 27 Febbraio 2009
Obama: tasse ai ricchi pro salute
E ritira i soldati dall'Iraq
Tasse più pesanti sui ricchi che si dovranno sacrificare per allargare la tutela sanitaria, far crescere l'istruzione e sostenere una politica energetica più verde. Sono i capisaldi della finanziaria di Obama che deve fare i conto con la crisi. Il presidente Usa annuncia che il ritor dall'Iraq partirà dall'agosto 2010
Obama non si è fatto intimidire dalla grave situazione in cui versa il Paese e, chiedendo tra l'altro finanziamenti supplementari per la guerra in Iraq e Afghanistan, ha messo a punto l'agenda più ambiziosa da quella con cui Lyndon Johnson nel 1964 delineò la strada per creare la sua "grande società".
E i sacrifici che non riguardano il bilancio della Difesa sono compensati dall'annuncio del ritiro dei soldati dall'Iraq a partire dall'agosto 2010, anche se nel Paese restaranno 35-50 mila effettivi a sostegno del governo, addestramento e per la protezione degli interessi Usa.Il ritiro definitivo sarà entro il dicembre 2011.
Tuttavia l'attenzione degli Stati Uniti oggi è sulla crisi, che fra l'altro è stata confermata da un calo del Pil nel quatro trimestre pari a -6,2%.
Sanità, energia, istruzione
La bozza della manovra economica, - 134 pagine cui farà seguito il documento finale atteso tra la metà e la fine di aprile, - fissa le basi per una vera e propria ristrutturazione del sistema attuale, attraverso cambiamenti sostanziali nei campi dell'assistenza sanitaria, della politica energetica e dell'istruzione.
Obama, come promesso durante la campagna elettorale, alzerà le tasse ai cittadini più abbienti, ridurrà quelle della classe media e andrà verso la riforma sanitaria tramite la creazione di un fondo da 634 miliardi di dollari che dovrebbe rappresentare una sorta di "acconto" sulle spese che dovranno essere sostenute.
"Dobbiamo essere onesti con noi stessi su quali costi sono cresciuti esponenzialmente, perché in questo modo verremo a patti con le scelte difficili a cui andiamo incontro", ha detto Obama presentando la manovra economica, che non dipinge uno scenario roseo per l'anno in corso, ma che lascia motivi di ottimismo per gli anni successivi durante i quali si dovrebbe arrivare a un dimezzamento del deficit a 533 miliardi di dollari entro il 2013, ovvero entro la fine del primo mandato del presidente.
"Rosso" preoccupante
Il rosso degli Stati Uniti si dovrebbe attestare nel 2009 a 1.750 miliardi di dollari, - il 12,3 per cento del Pil, un livello mai raggiunto dal 1942 - per poi scendere a 1.171 miliardi nel 2010, l'8 per cento del Pil, mentre le spese dovrebbero attestarsi nell'anno fiscale 2010 a 3.606 miliardi di dollari, contro i 3.724 miliardi dell'anno precedente.
In ogni caso, Obama ha detto di "avere già identificato" alcune aree su cui intervenire per ridurre le spese di 2.000 miliardi di dollari. Tra gli obiettivi della finanziaria c'è anche il tentativo di riportare stabilità sui mercati finanziari, prevedendo lo stanziamento di ulteriori 250 miliardi di dollari per completare la manovra di soccorso del mercato finanziario e del comparto bancario americano. I fondi si andrebbero ad aggiungere ai 700 miliardi di dollari già stanziati nell'ambito del Tarp, il piano di soccorso varato dall'amministrazione Bush e che il Governo Obama intende appunto modificare.
Le guerre
Uno dei punti chiave della manovra economica è il finanziamento delle guerre in cui gli Stati Uniti sono attualmente impegnati. Se il dipartimento della Difesa vedrà crescere il proprio budget del 4 per cento, ovvero di 20,4 miliardi di dollari, a un passo più lento rispetto a quanto deciso gli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Obama ha chiesto 75,5 miliardi di dollari oltre ai 40 già stanziati dal Congresso per coprire i costi dei conflitti in Iraq e Afghanistan da qui alla fine dell'anno fiscale, il 30 settembre. Per il 2010 la richiesta è per 130 miliardi di dollari nel 2010, che dovrebbero calare a 50 miliardi di dollari all'anno per gli anni successivi.
Taglio allo smog
Il presidente ha inoltre delineato la strategia per il nodo energetico, che prevede il taglio delle emissioni nocive responsabili dell'effetto serra dell'83 per cento, al di sotto dei livelli del 2005, entro il 2050. La richiesta è di stanziare all'Epa, l'agenzia del governo per l'ambiente, 10,5 miliardi di dollari, che andrebbero a triplicare in particolare i fondi destinati alla difesa dei fiumi e dell'acqua potabile. La cifra, che è la più alta a disposizione dell'agenzia da otto anni a questa parte, include anche i 3,9 miliardi di dollari per migliorare le condutture di acqua potabile e gli impianti per il trattamento delle acque di scolo. L'Epa era stata negli ultimi mesi al centro di molte polemiche per il tentativo dell'amministrazione di George W. Bush di ridurre fortemente il suo controllo sugli agenti chimici all'interno delle acque potabili.
"Classe media ignorata da Bush"
Negli anni passati, ha scritto Obama, "investimenti prudenti nell'educazione, nelle energie pulite, nella sanità e nelle infrastrutture sono stati sacrificati a favore di enormi sgravi fiscali per i ricchi. Washington ha ignorato i problemi della classe media e ha reso loro la vita più difficile. Non c'è nulla di male nel guadagnare denaro, ma c'è qualcosa di sbagliato quando la situazione è favorevole solo a una manciata di persone".
In quest'ottica non sono una sorpresa gli incrementi sulle tasse dei cittadini che guadagnano 200.000 dollari, - 250.000 dollari nel caso delle coppie, - a partire dal 2011 e per un totale di 656 miliardi di dollari nell'arco dei prossimi 10 anni. I limiti imposti sulle deduzioni e le esenzioni personali porteranno altri 180 miliardi di dollari, mentre le tasse sulle proprietà immobiliari dovrebbero essere mantenute a un livello pari al 45% sulle case che valgono oltre 3,5 milioni di dollari, 7 milioni per gli immobili intestati a coppie. Saranno colpite anche le imprese, con il Governo che intende raccogliere fino a 210 miliardi di dollari nel prossimo decennio limitando la possibilità delle aziende americane con sede all'estero di non pagare le tasse sugli introiti realizzati fuori dagli Stati Uniti.
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