Olgiate, tempo di saluti
per i bambini di “Chernobyl”

Oggi termina il soggiorno italiano di ventisei piccolo bielorussi

Termina oggi il soggiorno a scopo terapeutico di ventisei bambini bielorussi, ospiti dal 9 luglio di famiglie di Olgiate e dintorni.

Cinque settimane in cui hanno stretto relazioni e amicizie che andranno oltre la permanenza nell’Olgiatese. Lo comprova la longevità di questa iniziativa, avviata nell’autunno del 1999 dall’Sos di Olgiate per offrire l’opportunità di una vacanza nel Comasco a bambini che vivono in una terra ad alta contaminazione radioattiva. Soggiorno con un significativo risvolto sanitario: un mese trascorso in zone non contaminate permette di perdere dal 40 al 60 per cento della radioattività assorbita e soprattutto fortificare il sistema immunitario.

Durante la loro permanenza, i ragazzi bielorussi sono stati anche sottoposti a controlli medici. L’iniziativa è cresciuta così tanto negli anni che dal 1999 sono stati ospitati circa 130 bambini e coinvolte 120 famiglie.

Anche questa estate, ventisei bambini sono stati ospitati da ventitré famiglie di Olgiate e Comuni limitrofi, alcune delle quali hanno accolto nella loro casa anche più di un ragazzino. Sette bambini erano già stati ospiti nel Comasco, per gli altri diciannove è stata una prima assoluta.

Anche quest’anno, durante la loro permanenza nell’Olgiatese la gran parte dei bambini bielorussi ha frequentato il centro estivo Pineta a costo zero grazie alla collaborazione di sponsor privati, la piscina comunale e partecipato sia alle gite organizzate dalla colonia solare, sia a quelle promesse ad hoc dall’Sos (Minitalia, zoo safari di Varallo Pombia, Colle di San Maffeo, Bellagio). A degna conclusione del soggiorno, bambini, famiglie ospitanti, promotori e sostenitori dell’iniziativa hanno preso parte alla cena dell’arrivederci svoltasi a cura dell’Avon nella sede dell’azienda leader nel settore della cosmesi, per il dodicesimo anno consecutivo accanto all’Sos di Olgiate in questo progetto di solidarietà.

«Un’esperienza che arricchisce tutti – commenta il direttore della colonia solare, Viliam De Bernardinis – Le famiglie sono entusiaste del progetto. I bambini bielorussi si sono rapportati bene con le famiglie ospitanti che di solito, avendo figli pressoché della stessa età, hanno interagito perfettamente e socializzato. In poche settimane si è instaurato un legame molto forte; se ne torna in Bielorussia un pezzo del nostro cuore».

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