Cronaca / Como città
Lunedì 29 Ottobre 2018
Ora solare o legale?
La Svizzera medita di fermare le lancette
Dal prossimo autunno il Governo di Berna potrebbe decidere di rinunciare ad allinearsi al resto dell’Ue
Più che una Confederazione, la Svizzera potrebbe ben presto diventare un’isola. Anzi, un’isola temporale. Già perché parrebbe proprio che, dopo il “no” secco della stragrande maggioranza dei cittadini rossocrociati all’alternanza tra ora legale e ora solare, il Governo di Berna stia meditando di non allinearsi più dal prossimo autunno a questa “staffetta”. Se così fosse la Svizzera diventerebbe un’isola temporale, con l’abbandono definitivo del cambio dell’ora due volte l’anno.
Era già accaduto tra il ’73 e l’81 quando la Confederazione decise di non allinearsi a quanto statuito dalla Commissione europea: niente cambio dell’ora. Decisione poi rivista nel 1981 per mantenere - questa la motivazione - rapporti di buon vicinato e soprattutto per evitare frizioni nei rapporti economici.
Certo, sarebbe una decisione per certi versi spiazzante, considerato che (ad esempio) 27 mila frontalieri comaschi si vedrebbero costretti loro malgrado a spostare avanti o indietro le lancette dell’orologio spesso a fronte di una manciata di chilometri di strada per raggiungere il posto di lavoro. Per i prossimi cinque mesi resta tutto com’è, tanto che il sempre solerte istituto federale di metrologia ha già annunciato che «il prossimo 31 marzo vi sarà di nuovo la necessità di spostare le lancette dell’orologio».
Il dibattito resta più che mai aperto. La Commissione europea ha deciso di giocare d’anticipo attivando una consultazione tra più di 4 milioni di cittadini europei sul tema spinoso. L’84% degli intervistati ha affermato, in maniera perentoria, che «l’attuale sistema va cambiato». E la Svizzera, che pur dialoga con la Commissione a 360 gradi, sembra guidare la fronda dei ribelli. L’Europa - che con la Svizzera ha diverse questioni aperte - lo scorso febbraio aveva portato in votazione una risoluzione che puntava ad abolire l’ora legale. Poi però il Parlamento europeo aveva deciso di non decidere, chiedendo una serie di approfondimenti e di fatto affossando la risoluzione stessa. Ora il tema è tornato di stretta attualità. Con la differenza sostanziale che la vicina Confederazione non ha più tempo - tanto per rimanere in tema - di aspettare.
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