I servizi dell’Asl finalmente, nel giro di pochi mesi, troveranno una loro sede in via Napoleona, in quello che era il vecchio ospedale Sant’Anna. E il nuovo Sant’Anna avrà finalmente, benchè non subito, la sospiratissima tettoia sopra il camminamento che porta all’ingresso dell’ospedale. I malati non prenderanno più acqua. Non pare vero. Il gigante ospedale si muove davvero.
Entro la fine dell’anno, infatti, un trasloco - dell’Asl - che i comaschi aspettavano da ormai molto tempo diventerà realtà. E non sarà una realtà da nulla, anzi. Concentrati in un solo spazio ci saranno molte delle offerte
sanitarie di cui i cittadini si servono quotidianamente. Sarà un passo avanti, indubbio, per non girare più da un posto all’altro, ma avere quella che chiamano “cittadella”, cioè la città della sanità concentrata in poche aree. Il trasferimento avverrà per tappe. Il direttore dell’Asl, Roberto Bollina, ha spiegato ieri che tre piani del monoblocco verranno occupati dall’Asl, questo comporterà, come primo spostamento, quello della neuropsichiatria infantile, sarà trasferita al quarto piano del monoblocco.
Altro intento molto interessante per i cittadini sarà lo spostamento in via Napoleona del consultorio e della continuità assistenziale, che sarà un punto di prima assistenza, fondamentale per i comaschi.
Sembra un gioco, quasi un domino, ma si tratta di un gioco, se tutti i termini e le promesse verranno rispettati, virtuoso perché le pedine si daranno di gomito una con l’altra per trovare il proprio giusto spazio e nessuna di esse, così sembra, cadrà. Tutti i servizi Asl per i quali è previsto il trasloco troveranno la loro casa, con vantaggi indubbi per gli utenti. Ma c’è purtroppo anche un “ma” che rimbalza le decisioni alla Regione; sarà infatti Milano a dover dire a Como quanti sono i fondi disponibili per poter eseguire i lavori necessari al trasloco nel monoblocco.
I tre piani destinati all’Asl hanno bisogno di essere sistemati, servirà anche un cablaggio della rete, e per questi interventi servirà un bel po’ di tempo. Aspettare, si tratterà ancora di aspettare e portare pazienza. Tant’è, c’è sempre qualcosa che va per le lunghe e i comaschi dovranno per ora essere soddisfatti del fatto che almeno tutto è pronto, a livello di accordi e decisioni, per il trasloco.
Fugate dunque tutte le paure, anche quelle che erano state sollevate nei giorni scorsi dalla Cgil, che accusava l’Asl di non volersi muovere e di remare contro la cittadella, volendo invece trasferire i servizi in altri edifici della città.
Bollina non ha fatto attendere la sua risposta ai sindacati, e ieri ha rimarcato di aver parlato con loro garantendo il trasferimento in tempi brevi soprattutto della guardia medica, che è chiamata continuità assistenziale.
Una bella garanzia, visto che ora i comaschi che abitano in città devono andare fino a San Fermo e che in un futuro vicino avranno invece un presidio notturno dove recarsi in caso di necessità.
Alla fine quindi si può dire che il gigante ospedale, lentamente si muove.
Passi pesanti, difficili, che quando si appoggiano a terra alzano spesso un gran polverone, ma comunque passi fatti in avanti.
E dal quel gran polverone, fatto di rinvii e polemiche, litigate e paci fatte, pare che stia emergendo una figura a contorni chiari. Abbastanza chiari, visto che alla tettoia, ora che ci sono i soldi per costruirla, manca l’ok della Regione. Sono “solo” tre anni, dal 2010, che i malati prendono acqua. Milano si sbrighi.
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