Cara provincia
Mercoledì 23 Settembre 2009
Ovviamente è sempre colpa dell’arbitro
In un Paese dall’endemico vittimismo la categoria non può che svolgere un ruolo sacrificale
Guardando le partite delle italiane in Champions League ho notato una cosa: gli arbitri (compresi gli assistenti, cioè i guardalinee) sono piuttosto modesti. Ad esempio, la rete che ha subito la Juve contro il Bordeaux era viziata da fuorigioco, così come era da annullare la prima rete di Inzaghi contro il Marsiglia. In generale, mi danno la sensazione di mediocrità, specialmente nella valutazione dei falli. Però gli opinionisti delle varie trasmissioni sportive, mai criticano l’operato delle suddette giacchette nere in Europa! Invece passano intere puntate a sparare a zero contro gli arbitri italiani impegnati nel nostro campionato. La classe arbitrale italiana e’ considerata dalla Fifa e dall’Uefa come la migliore al mondo, sia dal punto di vista tecnico sia da quello atletico. Naturalmente anche i nostri direttori di gara sbagliano, però sarebbe più corretto, nelle suddette trasmissioni, parlare più di calcio giocato che criticare atleti (perché tali sono) che fanno parte del gioco, e dunque soggetti anche loro all’errore! Io, a distanza di sette anni, ricordo ancora che, nella famigerata (e per noi disgraziata) partita Italia-Corea Del Sud diretta dall’arbitro Byron Moreno, l’espulsione di Totti fu ingiusta, ma Christian Vieri in un’occasione si era mangiato un gol praticamente fatto, tirando alto da meno di due metri di distanza dalla porta! E poi, a mio parere,Moreno non si ricordava di avere già ammonito Totti precedentemente, altrimenti non avrebbe estratto il secondo cartellino giallo.
Francesco Quaranta
A incitare moviolisti e movimentisti ad aprire infiniti casi e mai finiti casini, sono soprattutto i comportamenti di giocatori, tecnici e dirigenti. Esempi freschi di domenica scorsa: il Palermo diffonde un dossier di presunti torti subiti, l’Inter contesta così duramente l’arbitro da farsi espellere l’allenatore. Naturalmente il Palermo trascura la sua momentanea pochezza di gioco e l’Inter ignora che il suo difensore Maicon doveva essere espulso durante l’azione da rigore costatagli invece solo un’ammonizione. Ma tutto aiuta a coprire le proprie magagne: in un Paese dall’endemico vittimismo, dalla cultura del sospetto e dall’arroganza partigiana una categoria come quella degli arbitri non può che svolgere un ruolo sacrificale. Non importa la qualità che essa esprime, importa esprimere a priori dubbi su quel che accadrà a posteriori. Paga sempre, nella Repubblica fondata sulla demagogia. L’hanno capito benissimo gli stranieri, come Mourinho insegna. E nel copiarci, ottengono risultati migliori dell’originale.
Max Lodi
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