Animali
Sabato 20 Agosto 2011
Padroni in cella, cani depressi
Ma per un giorno ancora insieme
Dalla provincia di Verona la storia di due cani che vivono in stato di profonda depressione in quanto i loro padroni sono in carcere. Ma i condannati sono riusciti ad ottenere dal direttore della struttura il permesso di trascorrere un giorno con i loro "amici", recuperando gioia e affetto reciproci
Questo è quanto sta dietro a una storia tenera e incoraggiante al tempo stesso.
Al centro un affetto che ha travolto anche le barriere di un carcere: è quello tra Briciola e Shony e i loro padroni, due detenuti della Casa circondariale di Montorio Veronese. Per un giorno, grazie alla disponibilità offerta dal direttore dell'Istituto, Antonio Fullone, le vite dei due cani e dei loro padroni, in cella per reati contro il patrimonio, hanno recuperato una quotidianità fatta di carezze e giochi nell'erba.
I due animali - Briciola, una meticcia fulva, e Shony, un vecchio cane lupo - soffrivano da qualche tempo di depressione per la lontananza dai padroni, due quarantenni dietro le sbarre per reati contro il patrimonio. Il primo uscirà alla fine del 2011 dopo aver scontato un residuo di pena, l'altro tornerà a casa nel 2013.
Tutti e due, in momenti diversi, si sono rivolti al direttore del carcere - a sua volta orgoglioso padrone di Oya, una meticcia di 13 anni - per chiedere di poter riabbracciare l'essere per loro più importante al mondo, il compagno a quattro zampe.
"Quando hanno avanzato la domanda di colloquio non con un familiare ma con il loro cane - racconta Fullone - erano emozionati, commossi: io non ho trovato nulla di strano nella loro richiesta, l'avevo già esaudita quando dirigevo il carcere di Perugia".
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