PalaDesio bollente
Anche con gli arbitri

Tra terzo e ultimo quarto, è stato esposto uno striscione dedicato alla bambina scomparsa improvvisamente nei giorni scorsi a Figino Serenza

E venne l’ora degli arbitri. Già, perché quest’anno – se non in sporadiche occasioni e comunque non con l’intensità di ieri sera – le terne giunte in Brianza sono state tutto sommato risparmiate. Ieri sera, decisamente no. All’indirizzo di Roberto Radaelli, Stefano Wassermann e Nicola Beneduce bordate di fischi dl pubblico, il rientro negli spogliatoi al termine dei primi due quarti non è stato semplice, da cerchio alla testa. Complici due-tre fischi e un altro paio di mancati interventi che hanno surriscaldato anche coach Sodini, oltre all’ambiente. E i numeri e l’entusiasmo, in questo senso, hanno fatto davvero tanto. Un PalaBancoDesio bollente già di suo per via dell’esposizione al sole e della mancanza di un impianto di aerazione, ieri sera ha fatto segnare il record di presenze sugli spalti. Ebbene, dalla società era filtrato l’obiettivo di 2.500 spettatori alla vigilia. Erano 2.800, quest’anno mai così bene: incoraggiante, anche per gara2, considerato che tanti tifosi presenti ieri sera hanno già in tasca anche il biglietto per domani, grazie alla promozione studiata dal club in settimana per incentivare l’affluenza.

Buona anche la presenza di tifosi ospiti. Come già successo lo scorso primo maggio, una macchia giallorossa ravennate era nello spicchio del secondo anello. Ai Leoni Bizantini presenti la scorsa volta, si sono aggiunti anche i Baghini Giallorossi (basket – amore – grigliate, la scritta nello striscione). Anche se non c’è rivalità con i romagnoli, rispetto alla scorsa partita non ci sono stati i cori in comune contro la Fortitudo. Tre settimane fa, del resto, contava zero, ora no.

Ciò che conta sempre, invece, per gli Eagles, è mandare messaggi. Tra terzo e ultimo quarto, è stato esposto uno striscione con la scritta “Ciao Celeste, piccolo angelo”, dedicato alla bambina scomparsa improvvisamente nei giorni scorsi a Figino Serenza.

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