Cronaca / Cantù - Mariano
Lunedì 12 Agosto 2013
Palazzetto, ora è rabbia sul web
Il sindaco: «Non posso agire»
Si moltiplicano le critiche al cantiere fermo
Bizzozero: «Ora possiamo solo sollecitare i costruttori»
«Nel momento in cui dovesse essere chiaro ed evidente che non ci sono più i tempi per concludere l’opera nei dieci mesi di proroga previsti, agiremo di conseguenza a tutela dei diritti della nostra città».
L’opera, quasi superfluo specificarlo, è il palazzetto dello sport, e a promettere di mettere fine all’epopea lunga oltre 20 anni che lo vede protagonista è il sindaco Claudio Bizzozero.
Lo fa in una lunga lettera postata su Facebook, la sua tribuna virtuale preferita. Esternazione estiva pungolata dai tanti commenti che in questi giorni si rincorrono in città, virtuali e ben reali.
Commenti di rabbia e frustrazione di fronte al cantiere di corso Europa fermo e alle nuove tegole che si sono abbattute sui lavori. Vedi il fatto che l’azienda realizzatrice, la Turra, non abbia ancora ritirato i permessi di costruire relativi alla parte privata, il commerciale. Non propriamente un segnale incoraggiante.
Colpa di questa situazione, il sindaco lo rimarca, è della Lega, per aver fermato il cantiere nel 1993 con Armando Selva, «la cosa le portò un vantaggio politico, per lo meno al momento, ma trasformò il tutto in un disastro per Cantù», cui seguirono vent’anni di vuoto.
«La Lega – attacca - fece di tutto in città, in particolare un sacco di debiti che ora gravano sul groppone di tutti noi canturini, ma non fece proprio nulla per il palazzetto e per questo io, da tifoso, mi arrabbiai moltissimo con la Lega, partito per il quale, una volta, avevo persino votato».
L’altro rimprovero mosso alla maggioranza è di non prendere iniziativa, finire l’opera da sé. Ma la situazione – anche risorse a parte - è molto delicata. In ballo c’è un project financing da 50 milioni di euro e la possibilità di contenziosi dagli strascichi lunghissimi. Per questo serve l’evidenza legale che non ci siano più i tempi per concludere in tempo il palazzetto. «Prima di allora – chiarisce Bizzozero – non possiamo, ovviamente, cacciare via autoritariamente nessuno».
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