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Lunedì 06 Aprile 2009
Palme, l’omelia in silenzio del vescovo
Coletti ha così smosso i fedeli: «Se non rimaniamo sconvolti dal Vangelo, qualcosa non funziona»
Riprendendo il breve brano della lettera di San Paolo ai Filippesi, prima che venisse letta la passione del Signore secondo Marco, ha dunque lanciato una raccomandazione accorata a non consumare il racconto del sacrificio di Cristo in un ascolto superficiale, che suscita comunque forti sentimenti di commozione, ma mette fra parentesi l’essenza stessa dell’evento. «Non siamo di fronte all’ingiusta condanna a morte di un innocente, ma si tratta del Figlio di Dio in persona, non di un profeta, non di un grandissimo genio della storia della spiritualità. Ma di Dio che ha svuotato se stesso per farsi servo obbediente fino alla morte, alla morte di croce» ha suggerito il vescovo Coletti scandendo ogni concetto perché ne risultasse più evidente il peso, il valore assolutamente straordinario. «Se non rimaniamo sconvolti dalla parola evangelica, c’è qualcosa che non funziona. Come si fa ad abituarsi alla misericordia infinita di Dio che si è immolato per ognuno di noi?» ha insistito consegnando qualche cartina di tornasole per verificare la distanza, più o meno abissale, che separa i credenti dal contenuto della loro fede.
Altro indicatore significativo per rilevare un’adesione più convinta alla verità è - così ha detto - «l’immensa, profondissima gratitudine che si collega ad una comprensione sempre più profonda della straordinaria verità di Dio che ci è comunicata con la fede cristiana». «Noi siamo lo stesso popolo che a parole grida osanna al Figlio di Davide e che meno di una settimana dopo grida "Crocifiggilo!"» ha concluso indicando la strada di una conversione che porta all’immedesimazione con Cristo, ad avere i suoi stessi sentimenti.
Una prospettiva che ha suscitato un desiderio di cambiamento, percepibile nel corso una liturgia solenne e carica di richiami, preghiere, silenzi, di canti corali e di incenso, concelebrata ieri mattina (dopo la tradizionale processione delle palme) da numerosi sacerdoti fra i quali anche il vicario generale monsignor Giuliano Zanotta.
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