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(Foto di Butti)
Un doppio ex: «Vedo roster pronti, con la mentalità giusta. Occhio a Udine e Treviglio»
Cesare Pancotto, un doppio ex che non smette di aggiornarsi e imparare. E di lavorare. Allenatore per tre stagioni e mezza della Vanoli Cremona (votato miglior tecnico della A nel 2016) e per una e mezzo di Cantù, dopo un anno di inattività è tornato in pista come assistente di Maurizio Buscaglia a Napoli in A. E ha parlato del derby lombardo di domenica, una sfida che durerà tutta la stagione: quella tra Cremona e Cantù.
Non pensiate che tiferò Cremona perché ci sono stato di più. Non sono gli anni trascorsi in un posto a fare la differenza, ma la qualità delle esperienze. Ed entrambe le piazze mi hanno lasciato qualcosa di significativo.
Sono partite forte imprimendo un passo solido ed equilibrato al campionato, con la sola forza del lavoro duro. I proclami non appartengono a queste due realtà, certamente non quest’anno.
È un campionato duro, in cui le partite non finiscono mai. È importante arrivare in alto prima dei playoff, ma il primo posto non dà certezze, se non il fattore campo. E tra campionato e playoff serve sempre un cambio di mentalità.
Vedo roster pronti, con la mentalità giusta. Sono squadre costruite con acume e a Cremona prima o poi si aggiungerà Pecchia.
Non vedo un giocatore più o meno determinate. Vedo invece grandi qualità di squadra, prevedo protagonisti sempre differenti. L’esperienza e l’abitudine a vincere non mancano di certo.
No, significa solo che Cremona era più pronta in quel preciso momento. Il campionato è un’altra storia.
Udine sicuramente. Poi dico Treviglio, facendo però attenzione alla Fortitudo Bologna e a Piacenza, due possibili mine vaganti. E, magari, salta fuori qualche altra squadra…
Per me nuovo, ma bello. Quando coach Buscaglia mi ha chiamato ho risposto con entusiasmo. È una grande piazza: abbiamo avuto qualche problemino nel precampionato, ma la gente si sta avvicinando al palazzetto. Contro la Virtus c’erano 4 mila spettatori, non pochi.
Una grande persona e grande giocatore, ogni giorno è una scoperta. Oltre alle qualità tecniche, si è adattato a convivere con altri cinque americani e quattro italiani, distribuendo il suo contributo.
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