Papa in Africa, allarme degli 007 francesi

Lanciato l’allarme di attentati, ma per il Vaticano «Non ci sono elementi nuovi di preoccupazione»

Nessun «elemento nuovo di preoccupazione» per il viaggio del Papa in Africa. Il Vaticano rassicura dopo un nuovo allarme lanciato dai servizi francesi. La tappa più delicata resta sempre quella del Centrafrica dove si temono attentati. Il Paese è lacerato da anni di guerra civile e dunque le intelligence mettono in guardia già da giorni sulla difficoltà di garantire la sicurezza. «Non ci risultano elementi nuovi di preoccupazione per cui il programma continua ad essere quello previsto. Il Papa spera vivamente di portare il suo messaggio di pace». Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha commentato il nuovo allarme, confermando dunque tutte le tappe del viaggio che comincerà dopodomani, 25 novembre.

Per Francesco sarà la sua prima volta nel continente africano e porterà la sua parola di incoraggiamento e speranza a Kenya, Uganda e Centrafrica. Lunedì ha anticipato il saluto con videomessaggi alle popolazioni che si appresta a incontrare.

”Verrò da voi come messaggero di pace”: Papa Francesco si rivolge così agli abitanti della Repubblica Centrafricana, la tappa più a rischio fin dall’inizio. Ma Bergoglio ha fortemente voluto questa visita ed è lì, nella capitale Bangui, che anticiperà l’apertura dell’Anno Santo il 29. Nel videomessaggio Francesco infatti conferma: «Avrò la gioia di aprire per voi, un pò in anticipo, il Giubileo della Misericordia, che sarà per tutti, mi auguro, l’occasione provvidenziale per un autentico perdono, da ricevere e da dare, e un rinnovamento nell’amore». E poi aggiunge: «Sarò pronto a sostenere il dialogo interreligioso per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese. So che è possibile, perché siamo tutti fratelli». Il dialogo tra le religioni è la tela che da tempo tessono tre persone che credono nella pace nel Paese: mons. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui e presidente della Conferenza episcopale, l’Imam Oumar Kobine Layama, presidente del Consiglio islamico centrafricano, e il pastore Nicolas Guérékoyaméné-Gbangou, presidente dell’Alleanza Evangelica. Ieri si sono visti per presentare il videomessaggio del Papa nel cosiddetto ’Km5’, il quartiere a maggioranza musulmana di Bangui, dove gli scontri sono all’ordine del giorno. «Il messaggio del Papa è chiaro» commenta il vescovo Nzapalainga. «È un messaggio di pace che riguarda tutte le religioni, le etnie e le tribù».

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