Società e Costume
Domenica 24 Aprile 2011
Pasqua, agnello preferito a tavola
Gli animalisti: non mangiatelo
L'agnello supera tutte le altre specialità pasquali per il pranzo degli italiani. E quest'anno saranno circa l'83% del totale coloro che trascoreranno la festa in casa. Secondo la Coldiretti sarà l'occasione per recuperare i piatti tipici della transumanza
Ma il ministro e tante associazioni e alcune personalità tra cui il professor Umberto Veronesi lanciano un accorato appello per fermare "la strage". È l'appello lanciato dai promotori del movimento "La coscienza degli animali" "ai tanti milioni di italiani che amano gli animali e vogliono vederli rispettati affinchè non si rendano complici di questa barbarie". "Se non è in alcun modo accettabile - sostiene il movimento - la strage di creature viventi che alimenta ogni giorno l'industria della carne, riesce a essere ancora più esecrabile quella di agnelli e capretti che trova il suo massimo orrore in occasione della Pasqua, costando la vita a milioni di animali in tenera età. Strappati alle madri nei greggi, che trascorrono giorni interi cercandoli e disperandosi, sottratti ai loro giochi spensierati per essere ammassati su furgoni che li portano verso la morte, senza più un filo di voce per i belati di terrore che emettono fino all'ultimo istante di vita, gemiti simili al pianto di un bambino: tutto questo in nome di un consumismo che si alimenta di una tradizione insensata".
Ma nonostante questa offensiva, la tradizione sembra avere la meglio. Secondo lo studio della Coldiretti, nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi si consumeranno complessivamente circa 15 milioni di chili di carne di agnello venduta dagli allevatori a prezzi stabili rispetto allo scorso anno e servita a tavola nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato.
Le festività pasquali rappresentano anche l'occasione - precisa la Coldiretti - per recuperare i piatti storici della transumanza, come in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l'abbacchio alla scottadito, con l'effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione e vantaggio della biodiversità del territorio.
Tuttavia la metà della carne di agnello in vendita durante il periodo pasquale rischia di essere importata, soprattutto dai paesi dell'est, all'insaputa dei consumatori e spacciata come Made in Italy perché non è stato ancora introdotto l'obbligo di indicare l'origine in etichetta previsto dalla legge nazionale sostenuta dalla Coldiretti ed approvata all`unanimità dal Parlamento all`inizio dell`anno. Da qui il consiglio della Coldiretti di rivolgersi quando possibile direttamente al pastore, anche nei mercati degli agricoltori di campagna amica, o di acquistare carne certificata come l`agnello di Sardegna Igp, l`abbacchio Romano Igp, l`agnello dell`Appennino del Centro Italia Igp o le altre produzioni tipiche come l`agnello lucano, l`agnello nero toscano e l`agnello di Pomarancia.
Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori italiani si sono mantenuti sugli stessi livelli del periodo pasquale dello scorso anno, in media sui 4 euro al chilo per un agnello di 14/16 chili e non ci sono dunque, motivi per eventuali rincari dei prezzi al consumo, che si aggirano, invece, tra i 10 ed i 20 euro al chilo, ha spiegato lo studio della Coldiretti.
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