Cara provincia
Venerdì 03 Aprile 2009
Per Emanuele c’è la danza del riscatto
Ha ballato bene, quindi c'è già chi lo vorrebbe candidato alle europee
Dopo il successo che ha avuto in televisione in una trasmissione di ballo, leggo che aumentano le offerte di candidatura alle prossime elezioni europee per Emanuele Filiberto di Savoia. Egli ha in un primo momento rifiutato qualsiasi ipotesi del genere, dicendo che non è ancora arrivato il tempo giusto per un suo eventuale impegno in politica. Successivamente mi è parso più possibilista. Ma non è con lui che mi sorprendo. Mi sorprendo con chi pensa che sia sufficiente aver danzato, sembra bene, durante un programma di grande ascolto per poter aspirare a rappresentare il Paese a Strasburgo. D’accordo che ormai siamo abituati a vedere di tutto sui banchi del nostro Parlamento, però almeno all’estero dovremmo cercare di fare una miglior figura.
Giovanni Peretti
Una miglior figura dovremmo cominciare a farla anche in Italia, dove sui banchi di Camera e Senato non siede il meglio del Paese, ma il meglio che la partitocrazia del Paese ha scelto di far sedere. Basta ogni tanto qualche incursione a colpi d’intervista delle Iene per avere, per esempio, la triste cognizione del poco che hanno da dare alla Repubblica molti che ne incarnano le istituzioni più importanti. Non credo che Emanuele Filiberto farebbe a Roma peggior figura di tanti onorevoli e senatori oggi ospitati nelle aule parlamentari. E tantomeno credo che sfigurerebbe, sempre nel parallelo con i colleghi, nell’emiciclo di Straburgo. Quanto al curriculum politico, se il suo è privo di medaglie, numerosi altri ne sono poveri; e quanto a quello professionale, se andiamo a rileggere le carriere d’un plotone di eletti, scopriamo che dovrebbero tornare di gran carriera laddove sono partiti. Non facciamo dunque, dell’eventuale cooptazione del Savoia, un problema di minore capacità e autorevolezza rispetto al resto della compagnia di giro che frequenta i Palazzi. Facciamone, semmai, una questione di rispetto, da parte sua, per se stesso e per il blasone dell’ex casa regnante di cui è discendente. I Savoia sono stati per secoli protagonisti in Europa d’una storia con la esse maiuscola, e se ne dovrebbero ricordare sempre, in ogni loro gesto, dichiarazione, impegno. Purtroppo non è andata così dall’esilio di re Umberto, un galantuomo, in poi. Ma potrebbe ritornare finalmente ad andare così, dopo i danni procurati all’immagine della Casa da Vittorio Emanuele. Il figlio farebbe bene a preoccuparsi d’un tale riscatto, invece che delle sue personali ambizioni. Più che un passo di danza capace di portarlo lontano, sembrerebbe chiamato a compiere un passo indietro capace di renderlo più vicino ai suoi avi.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA