Per le auto nuovi spazi,
ai comaschi più giardini

Volete più parcheggi per le auto o più giardini per i cittadini? Fino a ieri il dilemma della scelta riproponeva le tradizionali divisioni da bar. A Como e nel resto d’Italia si confrontano due partiti con posizioni apparentemente inconciliabili che vedono contrapposti i fautori delle auto, e quindi dei parcheggi, e i promotori del verde pubblico, e dunque dei cittadini. Si discute, ci si scontra ciascuno con i propri pregiudizi e non si vede che forse c’è una soluzione che potrebbe soddisfare tutti, l’auto e l’uomo.

È bastato che un’impresa proponesse il progetto di un parcheggio interrato in viale

Varese per riaprire il dibattito. Che puntualmente ha animato anche la giunta comunale.

Gli assessori ne hanno discusso animatamente, appassionatamente, convintamente. Le loro posizioni sono le stesse dei cittadini comuni: c’è chi pensa che la proposta non vada accettata perché non rientra nel programma elettorale; chi sostiene che non è il caso di fare nuovi parcheggi in centro perché attirano traffico; c’è chi invece valuta con molto favore il progetto perché consente di aumentare i posteggi in città in una posizione strategica senza che il Comune debba spendere un euro; chi approva l’idea ma chiede modifiche per rendere ancora più rivoluzionaria la proposta avanzata dall’impresa privata.

Quest’ultima posizione appare forse la più interessante e innovativa per Como e il risultato si inserirebbe in un disegno preciso per la città: sempre più turistica, sempre più a misura d’uomo (un vecchio ma sempre suggestivo slogan del sindaco Antonio Spallino). La richiesta che potrebbe essere fatta all’impresa è di modificare il progetto che oggi prevede 230 posti auto interrati su un unico livello sotto strada e 164 in superficie, mentre oggi ce ne sono 180.

Modificarlo come? La novità proposta dalla società privata è di realizzare a ridosso delle mura di viale Varese un parcheggio interrato di un solo piano come ve ne sono in molte altre città turistiche, soprattutto nelle strade adiacenti al mare. In superficie resterebbero le auto, anche se un po’ meno di oggi. Allora la modifica da chiedere - sembra questa la linea del sindaco Mario Lucini e dell’assessore alla Viabilità Daniela Gerosa - potrebbe essere quella di andare oltre: allungare il parcheggio interrato, prevedere più posti interrati in modo da togliere del tutto le automobili dalla superficie a lato delle mura medioevali. Il risultato sarebbe davvero interessante: l’area dei giardini di viale Varese potrebbe diventare più grande, raddoppiare addirittura e diventare un vero parco cittadino con alberi, panchine, fontane. Dopo l’ampliamento dell’isola pedonale (allargata ai Portici Plinio e alle piazze Roma, Volta e Grimoldi) sarebbe un ulteriore passo verso una città sempre più accogliente per i turisti e ancora più vivibile per i comaschi.

Vedere questo futuro è possibile. Bisognerebbe trattare con l’impresa. Ma prima ancora è necessario sgombrare il campo dai pregiudizi e dai luoghi comuni. Ad esempio abbandonare l’idea che un nuovo parcheggio sia una cosa negativa a prescindere: avete in mente l’autosilo del Valduce in viale Lecco? Quanti anni ci sono voluti per sbloccare la pratica ed avere uno spazio così utile a ridosso del centro città? E oggi chi pensa che se ne potrebbe fare a meno?

Un altro preconcetto da eliminare è che un autosilo sia sempre utile a prescindere. Basta guardare le perdite economiche e il triste squallore di quello in Val Mulini per farsene una ragione.

Meglio guardare le cose con buonsenso e praticità e magari immaginare che a Como sia possibile realizzare un sogno: nuovi spazi per le auto e, insieme, più giardini per i cittadini.

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