Cara provincia
Giovedì 09 Aprile 2009
Per scuoterci ci vuole il terremoto
Una volta tanto la politica ha corrisposto alle attese degli italiani
Se è vero, come è vero, che noi italiani sappiamo tirar fuori la parte migliore di noi nelle maggiori difficoltà, oggi ci si presenta l’occasione per dimostrarlo. La fine del mondo verificatasi in Abruzzo non può che sconvolgerci tutti; rendersi conto che tutto quello che si era dato per scontato, sino a poche ore prima, possa essere cancellato nel giro di pochi secondi mette a disagio anche i più scettici. Ora ci sono persone, italiani come noi, che non hanno più nulla se non quanto indossano e mancano di qualsiasi punto di riferimento; è dovere della politica intervenire immediatamente, dimenticandosi tutte le differenze e divisioni, per far si che questi poveretti ricevano quanto gli spetta, non per compassione o per carità ma per diritto, essendo cittadini italiani a cui gli italiani più fortunati devono prestare soccorso. Un grazie di cuore va dato a tutti coloro che già si sono mossi per portare il loro disinteressato aiuto, questi sono i veri eroi di una società che li dimentica troppo spesso per rincorrere miti tanto inutili quanto fatui. Bando alle ciance e mettiamoci al lavoro da subito, ognuno per quello che può.
Alessandro Milani
Mi pare che la politica abbia corrisposto alle sue attese, e per una volta non possiamo lamentarcene. Anche chi ha reclamato chiarezza su eventuali sottovalutazioni del pericolo di terremoto in quelle zone, non ha inflitto condanne. Per quanto riguarda la protezione civile, è opinione condivisa che la macchina si sia mossa secondo schemi di efficienza ormai collaudati. E l’esercito della solidarietà ha subito e di nuovo confermato d’essere la maggiore risorsa del Paese. Gli ospedali, per esempio, sono stati sommersi da richieste di donazioni di sangue e centinaia d’italiani hanno messo a disposizione degli sfollati le loro case. Non solo: in tanti hanno rinunziato alle ferie pasquali per donare il proprio tempo libero a chi è stato punito dalla malasorte. L’Italia è terra di campanili, che volentieri fanno ombra l’uno all’altro, ma quando accade una tragedia diventa terra di un’unica chiesa. Nel senso di comunità per davvero e finalmente nazionale, ispirata da un sentito spirito di coesione. Abituati a dare il peggio di noi quando stiamo meglio, diamo il meglio quando stiamo peggio. E’ una curiosa interrelazione tra difetti e virtù, come se per scordare i primi ed esaltare le seconde fosse indispensabile una prova eccezionale. Di quelle proposte dalla normalità quotidiana, c’importa poco o punto. Purtroppo per scuoterci non basta una scossa, ci vuole il terremoto.
Max Lodi
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