Cara provincia
Domenica 04 Gennaio 2009
Perché quel trapianto negato?
L’autopsia è uno strumento fondamentale nei casi di morte violenta
L’articolo di prima pagina della Provincia di sabato mi ha lasciato sconcertato. Premetto che da dieci anni vivo grazie ad una donazione di organo. Sono trapiantato di fegato e credo quindi di poter testimoniare concretamente l’importanza della donazione degli organi.
Ma mentre plaudo al gesto nobilissimo, seppur vanificato, dei genitori di Andrea Verna ritengo inqualificabile la decisione del magistrato di turno.
Grazie a questo magistrato forse moriranno tre persone, in attesa di trapianto di cuore, fegato e polmone o dovranno continuare a sopravvivere con gravi disagi come la dialisi. Il giornalista Mario Schiani, in altro articolo, ricordava Balzac dicendo che nella guerra contro la morte il cuore dovrebbe prevalere sulla ragione. Credo invece che qualsiasi altro magistrato applicando un po’ di "buon senso" avrebbe potuto far prevalere la ragione sulla legge. A mio avviso la decisione del giudice poteva avere una giustificazione se gli indizi scopribili dall’autopsia fossero prevalenti rispetto ad altri indizi ottenibili con i più moderni e sofisticati strumenti di indagine. Resta comunque la certezza che grazie a questa decisione tre persone ora potrebbero essere condannate a morire per mancanza di organi. Sono lieto che questo nobilissimo "atto di amore" dei genitori del ragazzo ucciso sarà esempio e stimolo in altre circostanze per salvare molte persone che senza una donazione sarebbero destinate a morire.
Enrico Dell’Acqua
Egregio signor Dell’Acqua,
intanto non è detto che tre persone moriranno. Perché dovrebbero?Preferiamo di gran lunga pensare che dovranno al limite aspettare qualche giorno in più, ma che alla fine saranno fortunate quanto Lei, che grazie a un trapianto ha riavuto la sua vita. Ad Andrea, che aveva soltanto trent’anni, la vita è stata strappata dalle mani con una violenza che merita una condanna. L’autopsia è uno strumento fondamentale, nei casi di morte violenta, per ricostruire l’esatta dinamica degli avvenimenti. Non esiste, non può esistere, alcuna inchiesta di omicidio che non contempli un approfondimento di tipo "necroscopico". La Procura non fa che svolgere il proprio dovere, che è quello di attingere a tutte le fonti di prova possibili per assicurare i colpevoli alla giustizia, anche nell’interesse dei parenti delle vittime.
Stefano Ferrari
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