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Lunedì 20 Aprile 2009
Piano tagli ai posti letto
Ma qui non ce n'è bisogno
Colo la città meno ospedalizzata d'Italia: più utilizzati i day hospital
Sorpresa: per le statistiche il 23% della disponibilità non è sfruttato
Ma sul territorio di competenza della Asl di Como il tasso di ospedalizzazione è già quasi sovrapponibile alla soglia fissata dal Governo: è 133 per mille e il dato è riferito al 2007, l’ultimo disponibile. Come dire che la falce è già passata negli anni scorsi ed è stata affilata, mentre cresceva la popolazione, in generale, anche del 10% all’anno e cresceva la popolazione anziana. Gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 20% della popolazione, contro il 18% di minorenni. I "repartoni", quelli da sessanta posti letto per specialità, magari in due sezioni, maschile e femminile, non esistono più nei nostri ospedali e lo stesso Sant’Anna è gradualmente passato, ancorchè in trent’anni, da 1.500 posti a 650.
Il nuovo ospedale non è stato costruito per aumentare i posti letto né le specialità esistenti, ma per dare alle cure un contesto di modernità e di efficienza. Perchè l’ospedale non è più un posto per restarci: è un posto dove qualsiasi tipo di patologia è aggredito subito (salvo eccezioni), nel minor tempo possibile e nel miglior modo possibile, almeno nelle intenzioni, e i ricoveri sono effettuati solo quando non se ne può fare a meno. Un tempo, per un’appendicite, il ricovero durava una settimana. Adesso, tre giorni, tutto compreso, ma anche meno. Ed è la stessa Regione Lombardia ad aver verificato che ci sono ancora posti letto liberi: l’annuario statistico regionale mette in evidenza che l’indice di saturazione dei posti letto è del 77%, in tutto il pianeta ospedaliero comasco, composto da 5 case di cura, 3 ospedali classificati - equiparati e 5 presidi dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna. Totale 1.808 posti letto che ospitano in un anno 69.009 ricoverati per 510.315 giorni di degenza: poco più di tre posti letto ogni mille abitanti. Ma il piano tagli del Governo ha già trovato barricate, almeno verbali. La gente, i pazienti, soprattutto i più deboli, resteranno senza cure? Non è così: aumentano le cure prestate in day hospital, ospedale di un giorno, day surgery, chirurgia di un giorno, ambulatori dove, se non fosse per le liste d’attesa, si fa tutto in un paio d’ore, quando proprio l’intervento è impegnativo. E, infatti, 221 letti di day hospital nel Comasco hanno consentito 61.281 giorni di presenza di pazienti in un anno, concentrati in 20 giorni al mese, mediamente.
Peccato che dopo, quando si archiviano le statistiche, ci sono i problemi individuali e sociali di convalescenza e riabilitazione. Con la convenzione con la Rsa Fatebenefratelli di Solbiate, l’Azienda ospedaliera pubblica Sant’Anna ha fatto passi avanti. Il vero nodo ora restano i giorni dell’anno in cui l’ospedale, urgenze a parte, di fatto chiude. E così, come abbiamo documentato in occasione delle ultime festività natalizie, chi rompe un piede deve restare dieci giorni senza essere operato, poiché sia le strutture pubbliche, sia quelle convenzionate, sono "chiuse per festa".
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