Picchi, una vita per la musica
Il Duomo piange il suo organista

È morto Alessandro Picchi, docente di lettere al Caio Plinio, storico, ricercatore e archivista. Si è spento a tre anni dall’infarto che lo aveva colpito mentre suonava

A tre anni esatti dallo sciagurato mese di giugno in cui, nel 2013, un infarto lo colse mentre dirigeva una sessione di prove in cattedrale, ieri mattina è venuto a mancare Alessandro Picchi, 80 anni, a lungo organista del Duomo.

Figlio d’arte (aveva ereditato il ruolo da suo padre Luigi, lui pure organista, improvvisamente mancato nell’agosto del 1970), Picchi ha dedicato la sua vita a due grandi passioni: l’insegnamento - con una lunghissima carriera da docente di lettere all’istituto Caio Plinio - e la musica, alla quale lo aveva senz’altro iniziato papà, affiancandolo ancora giovanissimo ai suoi studi.

Laureato in Cattolica con Mario Apollonio - cui lo legò anche un rapporto di intensa e lunga amicizia - Picchi ha scritto sempre moltissimo: sua, per esempio, la prima biografia dedicata al maestro Marco Enrico Bossi, sua quella dedicata al padre Luigi (“La musica come servizio”, edita alla fine degli anni Novanta dall’associazione musicale Amici dell’organo), sempre suo un testo per certi versi enciclopedico, dedicato a “La musica sacra in diocesi”, una lunga e articolatissima ricerca storiografica in mezzo ad antiche partiture e a linee melodiche ormai dimenticate. «Lo aiutò molto il fatto di essere anche direttore dell’archivio musicale diocesano», ricorda oggi il figlio Luigi, sottolineando una vicinanza anche fisica ai tanti manoscritti che, in certi casi, proprio suo padre aveva contribuito a riscoprire tra gli anni Quaranta e Cinquanta: «Si trattava di produzioni inedite - prosegue il figlio -, di opere di nicchia la cui conoscenza papà aveva voluto approfondire». Alla musica più antica, Picchi non aveva rinunciato neppure ai tempi dell’università, cercando in qualche modo di compendiare il suo amore per le note con quello per i grandi classici della letteratura italiana. Con Apollonio si era laureato, non per caso, con una tesi su Dante («che conosceva a memoria», dice ancora il figlio) e sul suo rapporto con la musica a lui contemporanea.

Il funerale del maestro è in programma martedì alle 18.30 in Duomo.

In mattinata sarà allestita anche una camera ardente nella chiesa di San Giacomo.
S. Fer.

© RIPRODUZIONE RISERVATA