Salute
Lunedì 25 Gennaio 2010
Poca luce: ecco come battere
la sindrome depressiva invernale
Nei periodi invernali, a causa delle poche ore di illuminazione, aumentano le depressioni legate proprio alla stagione. Oggi studi recenti mostrano come sia possibile superare il disagio con un mix di illuminazione, terapia psicologica ed esercizio fisico
Del resto, diverse ricerche confermano che sono sempre di più le persone che nel corso di un inverno soffrono del cosiddetto "seasonal affective disorder" (il disordine stagionale chiamato in sigla SAD) ossia di depressione invernale causata principalmente dalla poca luce naturale per molti mesi. Ora una serie di recenti suggeriscono una serie di strategie per combattere la sindrome.
Secondo alcuni studi, circa il 10% dei residenti in Stati del Nord soffrono di SAD vero e proprio ma una altro 30% denuncia una depressione stagionale di misura inferiore ma pur sempre significativa.
Un studio pubblicato recentemente sulla rivista "Behavior Therapy" e scritto da Kelly Rohan della Vermont university sostiene come una delle strategie più efficaci sia la combinazione di terapia della luce, di terapia psicologica cognitiva e di esercizio fisico.
Più in dettaglio l'uso contemporaneo della terapia della luce che si ottiene esponendo i pazienti a speciali lampade e di trattamenti psico-cognitivi hanno raggiunto un tasso di remissione tra i volontari dell'80% contro il 50% di successo ottenuto tra i pazienti che usavano solo uno dei due metodi.
Dopo un anno Rohan ha osservato, tra i pazienti che avevano seguito un unico trattamento, il 36,7% di casi di ricorrenza della depressione stagionale contro il 5% riscontrato tra chi aveva seguito la combinazione terapeutica.
In ogni caso, la "medicina" per combattere il SAD non è complicata e comunque parte da un mix d'interventi: innanzitutto è necessaria una esposizione alla luce il più possibile sia essa artificiale o naturale, poi serve esercizio fisico regolare, quindi una terapia psicologica, una dieta bilanciata con proteine magre e carboidrati integrali, e infine una serie di relazioni sociali consolidate e affidabili.
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