Antonio Attanasio
Forse non è il caso - che ne dice, caro amico? - d'evocare il «genus irritabile vatum» (la razza suscettibile dei poeti) per l'espressione usata dalla Bindi. Voleva essere maccheronica, e lo è stata. E anche se non voleva esserlo, non vale la pena d'indignarsi. Come gli antichi ci hanno insegnato e i moderni (i moderni politici, soprattutto) ci confermano, «verba volant»: le parole corrono via, sono elastiche, svaporano in un amen (in un così sia). Direi di perdonarla, la Bindi, perché è sempre preferibile essere prudenti nelle condanne, specie se il reato non è del tutto chiaro («in dubio, pro reo»: nell'incertezza, meglio assolvere). Che poi il latino ogni tanto circoli un po', sembra senz'altro cosa positiva. Fra l'altro dispone, e offre, locuzioni opportunamente sintetiche a proposito di situazioni attuali, con ciò confermando d'essere una lingua viva invece che morta. Per esempio: che cosa di meglio dell'espressione «via crucis» è capace di rappresentare quello che il nostro Paese sta sopportando da mesi? Ma anche «intelligenti pauca» non è male, per rappresentare il fatto che al buon intenditor (al cittadino sveglio) basta poco per capire che lo stanno facendo fesso. Al cittadino sveglio è chiaro che «dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur»: mentre a Roma si chiacchiera, l'Italia (che sostituiamo a Sagunto) corre il rischio d'essere espugnata dalle armate di quelli che le vogliono male.
Max Lodi
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